Una nuova stella del Neo Folk brilla tra noi…
Diamo la parola a quest ragazzi che hanno appena fatto uscire il nuovo cd “CementoAcciaio”!
1) Ciao Ragazzi e benvenuti! Volete presentarvi a chi ancora non vi conosce, con una breve bio?
S: Siamo una band, nel senso più tradizionale del termine, di quelle che provano e compongono insieme. Voce, chitarre, basso, batteria e tastiere: Leo, Fofy, Gigi, Yari e Lucia rispettivamente. Suoniamo insieme da meno di tre anni ma abbiamo all’attivo due full-length e un nuovo EP già in preparazione per i prossimi mesi. Siamo totalmente autoprodotti e autopromossi, felicissimi di essere unici arbitri, insieme al pubblico, del nostro destino.
2) Siegfried: indubbiamente, un monicker molto teutonico ed epico! C’è qualche ragione in particolare per il quale lo avete scelto?
S: Principalmente come riferimento alla saga Wagneriana: Sigfrido è l’eroe romantico per eccellenza. Ma è anche il principe de “il lago dei Cigni” e la “linea Sigfrido” estremo baluardo della resistenza mitteleuropea… insomma, rappresenta quella visione romantica e guerriera che pervade un po’ tutto l’immaginario della band.
3) Avete appena fatto uscire “CementoAcciaio”. Per prima cosa vorrei che ci parlaste del motivo per cui lo avete intitolato così…tra l’altro, l’omonima canzone è proprio una delle più “muscolari” del cd…anche la copertina è particolare! Tutto quel rosso passionale, col volto di una “donna statua”, e una sorta di “teatro industriale” in primo piano…
S: Viviamo il tempo dell’ultima decadenza, una realtà che ha ormai estirpato completamente l’individuo dalle sue tradizioni e anche dalla semplice concezione estetica ed etica dell’esistenza… ma soprattutto da quell’epica che costituisce le basi popolari della cultura europea. Circondati dall’obbligatorietà del’intangibile e della mitizzazione della fuffa, da sentimenti asettici ed anestetizzati, sentiamo la necessità di fondamenta e radici, di concretezza e passione: sangue e cemento, fuoco, acciaio e amore. Bellezza insomma.
4) E ora parliamo della vostra musica! Leggo sulla biografia che prima di “CementoAcciaio” avete registrato un album, “Siegfried”, di sei tracce e tre cover. Visto che non ho avuto modo di sentirlo, vorrei che foste voi a fare una sorta di parallelo tra il vostro primo cd e questo “CementoAcciaio”, evidenziando similitudini e/o differenze tra i due album…
S: Il primo disco purtroppo (o per fortuna?) è esaurito, e per il momento non verrà ristampato… quindi si può ascoltare su youtube, ma se vuoi te lo masterizziamo 🙂
Siegfried è stato concepito e scritto in pochi mesi, e registrato in presa diretta in 6 ore… dovevamo registrare ciò che avevano composto, e dovevamo farlo subito, ne avevamo un urgenza inarrestabile. Quindi porta con sè tutto il bene e il male dei prodotti istintivi.
CementoAcciaio pur mantenendo una sua immediatezza, ha richiesto oltre un anno fra composizione e registrazione ed è stato sicuramente un’evoluzione notevole sia dal punto di vista della scrittura dei pezzi, sia per quanto riguarda la qualità della produzione. Se Siegfried era un disco con forti influenze (testimoniate anche dalle cover), CementoAcciaio ha goduto invece della scelta di non porre alcun limite stilistico o tematico a musiche e liriche… È sicuramente un disco dei Siegfried, ma abbiamo scritto, suonato e inciso ciò che era degno di essere sul disco, senza pensare alle “scene” e I dettami stilistici “di genere”.
5) Proponete un Neo Folk ricco di contaminazioni: a parte il tono imperiale e marziale che spesso acquistano gli arrangiamenti e le vocals declamatorie (“Il Potere dei Segni”, su tutte, in particolar modo!), avete anche un’ascendenza prettamente liquida e malinconica, molto Dark Wave (come si può sentire in “Ribolle il sangue” o “I Duellanti”), Gothic Rock (Il Potere dei Segni) o cantautoriale (“Un Gentile”).
S: la difficoltà che si trova ad individuare un genere nel quale inquadrarci crediamo sia la dimostrazione di quanto detto sopra… A un certo punto ci siamo anche chiesti: “Abbiamo un valzer, un pezzo quasi psichedelico, ballate e pezzi punk, non è che rischiamo di confondere chi ascolta?”
Abbiamo deciso di andare avanti senza autocensure e, come dicevamo, il risultato finale ci sembra comunque organico e suona molto… Siegfried!
In sintesi abbiamo ottenuto esattamente ciò che volevamo, e CementoAcciaio si può considerare un passo verso la definizione di uno stile personale. È un percorso che abbiamo solo iniziato, ma che cerchiamo di continuare ogni giorno.
6) Mi piace anche l’effetto della “doppia voce”, maschile e femminile, in “Florilegio”, che mi ha ricordato i Lia Fail, altra bravissima band di casa nostra. In “Isola Felice” vi avvalete della voce di Dario Parisini (Disciplinatha): è una canzone tutta spoken word, con sottofondo di frequenze minimali… Pensate di riproporre ancora questo tipo di scelte stilistiche?
S: In realtà la scelta di inserire una voce femminile in Florilegio è dovuta principalmente al fatto che ci stava davvero bene. Come ci sarebbe stata una linea di piano, e non è escluso che possa essere inserita in pezzi futuri. Questo per dire che non abbiamo preclusioni di alcuna sorta e ciò che è organico al brano viene inserito. Sicuramente però non abbiamo intenzione di arruolare voci femminili o altri strumentisti in pianta stabile, la formula della band tradizionale ci calza perfettamente.
La partecipazione di Dario Parisini, che recita e suona la chitarra in “isola Felice” è un regalo che ci è stato fatto. Dario è un amico e una di quelle persone che sentiamo “vicine” anche idealmente, per la sua visione del mondo e della contemporaneità.
7)Tra l’altro il brano letto è di scottante attualità… tutti i giorni si sentono le notizie delle persone morte nei cantieri o nelle fabbriche…al di là del terremoto in Emilia…a cui dedicate anche “Tramonti d’Emilia”.
S: È sicuramente un episodio che ha segnato noi, ma ha soprattutto demolito molte convenzioni che volevano l’Emilia come grassa, felice, ricca e ben amministrata. Le cose sono molto diverse e lo erano anche prima del maggio 2012, forse però ora qualcuno ha aperto gli occhi.
8) Avete collaborato con Disciplinatha e Ianva… volete svelarci i retroscena di questa collaborazione?
S: Nei primi giorni di vita dei Siegfried ascoltavamo IANVA e ci dicevamo “Chissà, magari un giorno ci ritroveremo a suonarci insieme”. Ma era più un sogno che un obiettivo vero e proprio. Quindi puoi capire quanto siamo orgogliosi di avere avuto Renato Mercy Carpaneto quale nume tutelare di CementoAcciaio. Lo stesso discorso vale per DISCIPLINATHA, che hanno accompagnato la formazione musicale di molti di noi. Oggi, anche attraverso collaborazioni artistiche comuni, Renato e Dario sono amici, con i quail condividiamo una visione delle cose che va ben oltre la musica.
9) Una citazione anche per i testi! Mi piace il vostro modo di raccontare, quasi fossero delle novelle, argomenti storici ed epici. Sono davvero belli i testi di “Il Potere dei Segni”, “I Duellanti” o “Dragone Scelto” (fantastico “il riff spagnoleggiante”!).
S: Per noi le parole sono importanti come e quanto la musica. Senza voler fare voli pindarici, Siegfried è stato da subito un progetto multidisciplinare nel quale I concetti e il racconto vivono attraverso le note ma anche grazie alle liriche e alle immagini che accompagnano il disco. Fin dall’inzio abbiamo collaborato con Simone Poletti (Dinamo Innesco Rivoluzione) per una parte dei testi e per tutto l’impianto visuale.Il suo contributo è stato fondamentale,ci conosciamo da più di quindici anni e condividiamo progetti e idee da tempo,tant’è che noi tutti lo consideriamo come il sesto membro dei Siegfried.Con lui abbiamo deciso di produrre un pack molto fisico e tangibile, che permettesse all’ascoltatore di leggere facilmente I testi e di poter fruire di un immaginario visivo di accompagnamento adeguato.
10) Nella bio avete scritto che vi siete già esibiti live più e più volte. Volete parlarci un po’ anche di questo vostro lato?
S: Ci consideriamo una band portata più alla dimensione live che non al lavoro in studio.I brani vengono composti tenendo sempre presente la loro resa sul palco.Non abbiamo ricorso a troppe sovraincisioni o a trucchetti “sintetici”,siamo un combo affiatato e dal vivo crediamo che questo traspaia.
11) Bene! Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
S: Prima di tutto grazie per l’opportunità e lo spazio che ci hai dato, lasciaci ringraziare anche tutti coloro che ci sostengono.
In un epoca in cui pare che la musica sia ormai considerata una fonte di intrattenimento gratuita e che richiede pochi secondi per un ascolto superficiale, magari attraverso un telefono, avere ancora tante persone che comprano un disco e si prendono la briga di scriverci e di commentare ciò che sentono è motivo per noi di grandissimo orgoglio.