Cult Band tutta italiana ..
Benvenuti su Darkitalia! Volete presentarvi e introdurre una breve biografia?
Non ricordo bene come andà², ricordo solo che qualcuno, forse Ale, seppe che recitavo e che avevo una voce profonda. Cosଠfui “convocato†nel garage dove lui e Mirko avevano appena iniziato a provare. Provammo subito a mettere in musica Spleen di Baudelaire. Ci divertimmo e cominciಠcosà¬. Un periodo splendido fra i Symbiosi e i seminari sul cinema Horror all’Università , feci due esami sulle “comunicazioni maledetteâ€!
2) Symbiosi: Cos’è la simbiosi che volete trasmettere? Anima-corpo, musica-parole..? sembra quasi che il nome alluda a un contrasto tra opposti: “Odio”, “Brucia” sono quasi inni rabbiosi, contrapposti a songs molto pi๠intimiste e saturnine come “Fantasmi” (per me una delle vostre hit che non sfigurerebbe in un’ipotetica top 10 delle migliori canzoni oscure italiane) “Profumo di morte”, “Uscire”, “Fagocitarmi” (song molto futuristica e sciamanica)….è questa la vostra simbiosi? Uno spirito pi๠malinconico contrapposto a uno pi๠selvaggio?
La symbiosi originale era l’unione della chitarra noise di Ale con la tastiera di mirko. Poi diventಠun progetto artistico pi๠evoluto che coinvolgeva il nostro modo di vedere la vita, di guardare le cose in faccia per come sono, senza cercare di farle sembrare pi๠belle. Una realtà nuda, magari crudele ma vera. Noi l’affrontavamo con tematiche minimaliste nei testi e con una musica altrettanto scarna negli accordi ma ridondante negli arrangiamenti un muro di suono che ti stordisce, che la voce deve “combattereâ€. Era un’antitesi che diventava una cosa unica, una symbiosi carica di tensioni. Questa antitesi è anche nelle parole delle canzoni che vanno dalla rabbia alla contemplazione, non ci sono mai ottimismo o sfiducia, solo voglia di vedere le cose come sono, senza sovrastrutture.
3) Siamo nel 2011. Siamo circondati da tecnologia iperfuturistica ma c’è ancora la passione per il rock vero, fatto col cuore.
In particolare oggi vengono riscoperti i gruppi fondamentali legati al movimento Dark Wave e non solo, con Youtube, in pochi click si puಠavere all’istante una panoramica di tantissimi nomi meno noti, quando non proprio sotterranei, di tantissimi paesi, che purtroppo, vuoi per miopia del pubblico o per sfortuna, non sono riusciti a mettersi ai livelli dei grandi nomi universalmente noti.
Pensate che il moviemnto Dark Wave stia vivendo ora il vero culmine di tutta la sua bellezza, “resuscitato” dalla passione con cui tanto giovani lo respirano e lo “tutelano”?
I movimenti artistici di nicchia hanno sicuramente beneficiato della rivoluzione tecnologica e della rete. E’ pi๠facile trovarsi, stare in contatto. Se la dark Wave sta rinascendo è grazie a questo ma anche perchà© evidentemente aveva qualcosa da dire e una linea artistica originale. Roba rara di questi tempi. Noi siamo sempre stati ispirati dal postmoderno, dove tutto si ricicla. La rete ha riciclato anche noi per l’originalità delle produzioni assolutamente non commerciali e non legate alle mode e questo ci fa piacere.
4) Anche in Italia si muove qualcosa.
Penso alle ristampe dei Neon, della compilation Body Section con Modo, Monuments, Jeunesse D’ivoire e altri, o alla compilation edita dalla Spittle “Milano New Wave 1980-1983”, ai Pankow, ai Leanan Sidhe…. E voi? Come ci si sente ad essere tra i “padrini del movimento oscuro” italiano? Che ricordi avete legati agli anni’80? Com’era l’ambiente? Pregi e difetti..?
Mai pensato che a distanza di venti anni qualcuno si sarebbe ricordato di noi, anche perchà© eravamo cosଠparticolari che molti ci trovavano troppo difficili. La musica un muro di suono, la parole spesso pi๠poesie che testi, la voce pi๠prestata dal teatro che cantata… molti cercavano cose pi๠semplici, giustamente. Gli anni Ottanta intorno a Firenze sono stati un periodo di grandissima creatività , non solo in ambito musicale. Ti dicevo prima che all’università potevi studiarti anche il cinema horror i b movie, era indice di libertà , qualsiasi idea andava bene. Quindi ci fu un esplosione per tutte le forme di autoproduzione: musica, arte, moda e tanto altro. Dopo l’era dell’impegno politico ci fu quella dell’impegno culturale undeground. Ma duro poco, non fummo capiti e le droghe dettero un bel colpo a quella cultura, di quella gente molta è morta e da tanto tempo. Nell’aria aleggiava questa oscurità , di un futuro senza certezze, di una società che non ti piaceva e che non avevi pi๠voglia di cambiare dall’interno. Nessuna rivoluzione ma autoproduzioni, ognuno si costruiva un angolo di mondo dove poteva provare a viverci. Oggi ci sono pi๠modi per esprimersi e un po’ di quella oscurità se ne è andata nei giovani. Ma, secondo me, siamo solo passati dalle autoproduzioni diciamo artigianali a quelle virtuali. Penso che da queste parti siamo stati la prima generazione nuova che poi si è evoluta e paurosamente ramificata fino a diventare quasi invisibile, incomprensibile ai pià¹.
5) Cosa ascoltavate all’epoca? E ora cosa vi piace ascoltare? Pensate che la musica abbia dato il suo meglio negli anni ’80 oppure qualcosa di valido c’è ancora oggi?
Non sono mai stato un grande consumatore di musica, negli anni ottanta ascoltavo tutti i grandi gruppi rock, qualche cantautore, i gruppi emergenti della scena fiorentina. Oggi ascolto soprattutto la musica che mi fa sentire Ale o qualche giovane amico.
6) “Fabbrika”: è forse un brano di protesta? è stato ispirato da qualche evento particolare?
Fabbrika è il fulcro di un percorso narrativo che abbraccia tutti i brani dell’album. E’ una esortazione minimalista, con il minimo delle parole possibili, solo quattro. Produci politika, non è la politica nel senso stretto, ma produci un modo di vivere, un tuo mondo possibile con le persone che hai vicino, non perderti nell’oscurità . Se hai visto la copertina dell’album ci sono due capannoni industriali con le finestre illuminate nel buio. E’ la fabbrika del nostro migliore mondo possibile dove vivere. Eravamo lଠe ci provavamo e quell’esperienza ha comunque influenzato molto le nostre vite anche se hanno preso direzioni molte diverse.
7) Ok, concludete parlandoci di ciಠche volete!
Diciamo a chi puà², di venirci a vedere dal vivo nel mese di giugno a Prato (Exenzia 4 giugno) e a Roma (Closer 18 giugno) e di prepararsi a une bella sorpresa per i prossimi mesi…