Non lasciatevi ingannare dalla coloratissima copertina di Ombra Luminaria, perchè la prima caratteristica che si nota nella musica di Dagon Lorai appena si preme “play”, è proprio la fortissima impronta cantautoriale oscura e intensa, che permane tutto il cd; i riferimenti potrebbero essere un Garbo virato in un contesto da ballata NeoFolk triste e mesta, oltre che i Diaframma del periodo post-“Siberia” come in Elevando il gomito, per esempio.
Da sentire al riguardo soprattutto la bellissima ballata Perla, “Nè mai intravidi anime del tuo colore, come perla la tengo fra le mani…Io che sono niente svanisco nel Nulla, Noi che siamo niente svaniamo nel nulla“, canta Dagon Lorai, con voce ricca di riverberi ombrosi che tessono veli vioacei di note minimali e intimiste, che rimandono alla purezza del cristallo e che toccano le corde interne dell’ascoltatore.
Note che sono lavacro di spleen ed echi di spettri flebili.
L’atmosfera umbratile del cd raggiunge l’acme in Vento del Nord, che tocca picchi di polarità e freddo boreale, in onore del titolo (e al durissimo testo esistenziale che Dagon Lorai interpreta), e in Ombra Luminaria, una ballata che si configura tra le più suggestive, ricche di pathos e di suadente bellezza malinconica (mi vengono in mente anche gli Ashram, come pietra di paragone).
Ma c’è posto anche per la sperimentazione quasi Noir-Jazz (Autunno nell’aria), a dimostrazione che il viaggio nello spleen che intraprende questa band si nutre di innumerevoli fonti di ispirazione, come anche nella ritmata Come un Frutto.
Chiude il cd Mi riverbero come gli alberi, dall’intro deliziosamente saturnino e interpretato con rara Maestria: bellissima track che rimanda quasi ai migliori Lacrimosa di Elodia per il pathos sempre in bilico tra Sinfonia Classica e tentazioni pianistiche oscure; notevole anche l’apice “ex abrupto” che chiude la canzone.
Musica per aspettare l’alba… o per fissare tristemente l’inevitabile tramonto, piangendo sulle proprie sventure.
Concedetemi una riflessione personale: sarà un caso, magari, ma due tra gli Artisti più interessanti che ho avuto modo di ascoltare negli ultimi giorni sono proprio italiani: Udde e Dagon Lorai, a dimostrazione che qualcosa in Italia sta cominciando a muoversi sempre di più.
Una citazione anche per gli altri componenti della band: Federica Dede Capano al basso, Luigi Mash Bucarelli alle chitarre, Dario Mezzapesa alla batteria e Mimì Vesuviano Angrisani alle percussioni, Alessandro Saviano al violoncello e Salvatore Ciniglio Al Flauto Traverso.
Cd fortemente consigliato: se già amate Ashram/Hexperos potrete trovare sicuramente motivi di interesse, per un album che ha il suo punto di forza anche per il suo scrollarsi di dosso facili clichè logori, proponendo una connotazione ricercata e personale, evidente soprattutto nei bellissimi testi.
Citando la bio della band: “è un lavoro introspettivo sulla figura delle madri come centro universale e lenitivo ancestrale. Questo disco è stato realizzato per ricordare tutte le madri, in particolare, la madre dell’eroe Peppino Impastato ucciso dalla mafia”
Lunaria
Neofolk
2012
Dagon Lorai