Se per quanto riguarda l’ Harsh/Electro-Industrial l’ America Latina ha tracciato una strada ben delineata che prepotentemente è sbarcata in Europa (parlo degli Hocico con la loro “Matanza” e di tutti i vari gruppi clone) trovando da subito molti consensi, per quanto concerne il Dark, Gothic e tutte quelle forma “più suonate” della musica oscura le cose stanno in maniera decisamente differente giacchè il genere in questione è espressamente di estrazione europea. Ricordo una delle pochissime produzioni della prima metà degli anni ’90; una compilation brasiliana dal titolo “Violet Carson – dark brasilian compilation” dove gruppi più o meno sconosciuti cercavano di dare un’immagine del movimento oscuro sud-americano. Da quel momento ne è passata di acqua sotto i ponti e grazie anche ad innumerevoli scambi culturali (si assiste, da qualche anno, ad un interessamento dei gruppi europei verso quei lidi sia a livello di live che di produzioni discografiche), il livello qualitativo delle ultime produzioni si è notevolmente innalzato. Prevale ancora un forte interesse per le sonorità più “ottantine” (mi riferisco a bands come Sisters of Mercy, Field of Nephilim, Siouxie ecc. ecc.) ma alcune bands (soprattutto brasiliane) cominciano ad essere pronte per la prova-Europa. Tra i gruppi più in auge troviamo (attualmente) i Plastique Noir, Escarlattina Obsessiva, Scarlet Lives, Das Projekt…. se viriamo verso sonorità più wave ed electro Individual Industry, 3 Cold Men, Wintry, Pecadores e Lagrima Negra.
Ma andiamo, ora, nello specifico ad analizzare il lavoro dei Rose Inferni, band brasiliana con spiccate tinte gothic-rock. Se i primi due brani (“Luna Sanguenta” e “Rose Inferni”) girano sempre sulle solite coordinate (Sisters, field of Nephilim…) con leggere puntate di sentimento più latine (in primis Eroes del Silencio ed i primi Litfiba), con il terzo brano (“Senda de Decadencia”) avviene quasi una sorta di piccolo miracolo; la band vira verso sonorità più romantiche inglesi degli anni ’80 proprie di band come i Witching Hours (chi non ricorda “She’s Alive”?) unendo in modo egregio romanticismo, patos e potenza. Gli ultimi due brani, onestamente, hanno poco da dire visto che sono un vano e mero tentativo di riprodurre le sensazioni della terza traccia. Un discorso particolare va fatto per il brano “Spleen” che a mio avviso, così come è costruito, non ha nessun motivo di esistere.
Negli ultimi anni, come ho già detto, band europee si sono susseguite in tour in America Latina. Mi vengono in mente i live (a S. Paolo del Brasile) dei Lacrimosa, Peter Murphy e dei nostrani Frozen Autumn… Se gruppi di questo spessore, dopo aver scorrazzato per anni tra Europa e Stati Uniti hanno deciso di virare più a Sud un motivo ci sarà…
Rose Inferni – Alivio y Letargo
