Diamo spazio ai The Arch, band belga in giro dal 1986, e con una decina di cd all’attivo, che ci propongono un’Electro pulsante e nervosa (l’opener strumentale Solipsism) perfettamente notturna e dai vaghi accenni alla Attrition/Die Form. Body’n angels si apre con un lamento femminile, lontano, su base sempre lenta e sinuosa, a cui si aggiunge una voce maschile acida e ruvida (che però lascia il posto a un ritornello melodico dal vago sapore quasi synth-pop).
Le female vocals in questa track sono ammalianti e ben dosate, ma le male vocals, qualche volta, “steccano” in ruvidità -per esempio nella parte “spoken word”, quindi un primo consiglio sarebbe di giostrare meglio proprio questo frangente, da un punto di vista di registrazione, magari. Metelitsa (The Snowstorm Dance from Russia) predilige un approccio più sferragliante, dissolvendosi a tratti in forme più easy (un po’ sullo stile dei Blank); non male la voce più “infossata”, che viene usata a tratti. Le Noir Est Blanc è sicuramente la track migliore di questo mini cd, per capacità di songwriting e anche “per piglio ritmico”; qui le vocals sono molto più curate rispetto alle track precedenti, -belli anche l’effetti di echi, molto “EBMizzanti”- o il break centrale molto robotico.Body’n angels è presente anche come Remix (Absolute Body Control), più serrato e contratto, dal forte effetto blippante ottantiano; leggermente migliore rispetto all’opener. Anche Metelitsa (The Snowstorm Dance from Russia) è remixata (Attrition) risultando più ruvida (ma non molto coinvolgente, forse anche per le vocals ripetute con più echi, ma statici, in questo caso). Donor Drive (Remix di Tommy Rombouts) ha un piglio molto pop ed easy ricordando ancora lo stile dei Blank e a tratti i Covenant
The Arch – Beating the Balance
Lunaria