Chi sono i Dupont?. I Dupont sono una band svedese nata nel 1999 dalla collaborazione del vocalist Johan Damm con i due musicisti Danucci e Riccardo. Dopo aver contaminato i nordici fiordi con il loro primo demo "Behave" , mostrando un romanzesco amore per la musica elettronica , riuscirono a firmare per la Progress Production che gli permise anche di "aprire le danze " ai Covenant, alle prese con il tour del loro splendido " Northern Light ". Grazie a questa partecipazione la band ricevette numerosi consensi riuscendo ad aprire le "porte del cosmo" della musica elettronica nordica ed a registrare altri due cd "Ukraina" nel 2001 ed Intermezzo nel 2005 .Con la lasciata di Damm la musica dei Dupont subì numerosi cambiamenti ma è da sempre riuscita a mantenere costante tutta la sua anima elettronica divenuta il vero marchio di fabbrica "Dupont" Una delle novità introdotte negli ultimi anni sono sicuramente le iniezioni di pura new-wave ottantina che si respirano soprattutto in "Intermezzo".
"Entering the Ice Age" è dunque una naturale evoluzione e compimento dei precedenti lavori. Le dieci tracce contenute in questo microcosmo elettronico evidenziano come la loro anima "meccanica" sia riuscita ad interagire alla perfezione con le sonorità più pop presenti nel disco riuscendo anche a mutare l'uso dell'elettronica stessa tramutandola in una vera e propria scelta stilistica su cui costruire le composizioni.. La miscela che fuoriesce da questo musicale motore appare di puro stampo futurista ma dagli antichi riverberi,. forgiata a fuoco da tessiture ambientali ed intimiste di assoluto rilievo. L'elettronico macchinario comincia a respirare silente con la prima traccia " Run for protection" che dimostra tutto l'assoluto implodere del soggetto , ovvero la musica, che si riverbera e si condensa con l'anima dell'ascoltatore attraverso stratagemmi elettronici e tastiere psichedeliche. "New Dawn" , meno claustrofobica della precedente , usufruisce degli stili sonori appartenenti alla musica targata anni ottanta presentando ottime sperimentazioni sulle possibilità timbriche vocali. "Enterig the dark age " , ovvero la title track del prodotto in questione , si basa su un pattern timbrico molto coerente e regolare cadenzato e se vogliamo regolarizzato da battute secche e beat elettronici di pregevole fattura.
La prima parte del disco sembra rievocare gli "spiritelli elettronici" che popolavano le sinuose tastiere dei Kraftwerk riuscendo comunque a non cadere mai nel plagio e a mantenere ben salda la propria identità espressiva e sonora. Agghiacciante e futurista la traccia "Behave" . Le possibilità timbriche vocali , di cui sopra parlavamo , qui prendono il sopravvento apparendo come un vero e proprio strumento accessorio programmato direttamente dai circuiti elettronici del computer "Dupont". L'asettico ed il glaciale non riescono a dare un aspetto negativo alla musica espressa dagli svedesi ma appare piuttosto come una sorta di virus elettronico di facile contaminazione grazie alla placidità con cui si distende nelle membra sonore. "Your Heart" e "Like we never loveled " sono animate da impeti disconnessi e da scampoli digitali che si mescolano in un cortocircuito musicale molto apprezzabile. Fredda ed austera è la settima traccia "Goodbye" , cadenzata da flebili ed impercettibili graffi elettronici e da vocalizzazioni da "narrazione a presa diretta "."N.A.S.A. , penultima traccia , è avvolta da epilettici e muscolosi beat elettronici fino ad arrivare ad una sorta di ipnosi suggestiva dal puro sapore futurista. La voce , estremamente computerizzata si scioglie in un contesto più "dansereccio" nella ultima traccia del disco "dope of love ". L'invasiva elettricità che circonda l'ultima traccia ingabbia i sguscianti deflussi vocali mettendo a risalto le tastiere minimali e gli appeal industriali.
I Dupont sono riusciti nell'intento di creare un'opera prettamente concettuale e musicale allo stesso tempo. Il futuro di questo "Entering the dark age " non appare così distante dal passato e grazie alle sue fattezze ambiziose riusce a far vivere i due frammenti temporali sotto lo stesso circuito musicale. Un disco piacevole ed assolutamente adatto a chi è rimasto incastrato nei mondi digitali e nelle "piastre madri" dei Kraftwerk ma anche ai neofiti che si affacciano per la prima volta all'universo Dupont.
Dupont – Entering the dark age