A Mirror For Ashen Ghosts Part One segna il nuovo corso artistico degli italiani Albireon. Ogni band che si rispetti, che fa della creatività il suo minimo comun denominatore di intenti, ama il cambiamento. Diventa essenziale per la sua stessa esistenza. Rappresenta sia una chiara presa di coscienza della strada artistica che si è deciso di intraprendere, sia una grande consapevolezza di rinnovamento. Operazione rischiosa che presuppone una forte iniezione di coraggio.
Ed è questo che si percepisce sin dalla splendida copertina dell’album. Un immagine inquietante in bianco e nero posta come monito per l’ascoltatore.
Se cercate conforto o bramate di farvi cullare da una rasserenante malinconia, questo è il disco che non fa per voi. Se al contrario accettate la sfida, preparatevi a farvi catapultare in un raffinatissimo mondo di desolazione e sofferenza, distillato in ogni singola nota di questo full lenght.
Lavoro dedicato a Dead dei Mayhem, nei suoi nove brani scritti e composti da Davide Borghi -che come sempre si avvale della preziosissima collaborazione di Carlo Baja Guarienti e Stefano Romagnoli- cerca di dare voce alle persone che soffrono o che hanno sofferto. A coloro che sono state vittime di violenza, a coloro che hanno subito atti abietti che solo l’essere umano, malvagiamente imperfetto come non mai, è in grado di compiere.
Questa tensione emotivamente deflagrante viene resa artisticamente attraverso l’impiego misto di chitarra acustica e chitarra elettrica, mai così essenzialmente complementari, in grado di generare melodie molto poco rassicuranti ma assolutamente di grande impatto, impreziosite dalle tastiere e da samples elettronici.
La classica forma canzone viene stravolta generando un’opera che va vissuta nella sua interezza, dal principio alla fine. Un unico viaggio segnato da tappe tra esse complementari, dove il suono si evolve per esprimere una rassegnata condizione umana in caduta libera verso l’oscurità più emotivamente buia, che vede nella luce solo un miraggio lontano, utopico e pertanto irraggiungibile.
In questo spettrogramma sonoro che riporta alla mente alcuni passaggi in bilico tra Current 93 come in “Through Branches of Grim Beauty” o influenze in odor dei Tiamat di “A Deeper Kind of Slumber”, come nella splendida “Beyond The Dreaming Forest (per la quale è stato girato un suggestivo video), si inserisce prepotentemente una violenta novità: il cantato screaming di Davide. Questa soluzione, impiegata in “For a Last Day of Swirling Leaves” ed in “My Grave in The Heart of The Wood” rappresenta il culmine di pathos di un album che si avvale anche di altre due preziose collaborazioni. Egidio Lista infatti suona il basso fratless e i due brani “In a Mossy Lake of Ghosts” ed “Above Black Shores” vedono la partecipazione preziosa della cantante Tamar Singer.
Un disco di bellezza unica, prodotto da Toten Schwan e Torredei Records in sole 100 copie.
Albireon – A Mirror For Ashen Ghosts Part One
8/10
Total Score