Sin dal primo approccio avuto anni orsono con la musica griffata Leger Des Heils ho avuto perenni sussulti. Che sia Aryana o Memoria poco importa, ogni canzone di Mario Ansinn è in grado di colpire il punto direttamente; ma se una volta la musica Leger Des Heils colpiva fulmineamente lo stesso non si può dire per l’ultima fatica intitolata :Licht!:, un lavoro secondo me più complesso del solito o almeno più difficile da “buttar giù” durante i primi ascolti. Proprio per questa ragione il nuovo disco acquista nel tempo una bellezza diversa, ma attenzione sempre di bellezza si parla, e quella acquisita nel tempo è in qualche modo sempre speciale. E così :Licht!: sembrava essere un punto di rottura, una prima delusione se non completa almeno la metà, ma fortunatamente questo film si è interrotto presto perché alla fine la caparbietà in certi casi paga (e tenere la bocca cucita anche) e il disco è schizzato ascolto dopo ascolto assieme ai precedenti capolavori ormai conosciuti e riconosciuti.
Le due parti Klang Der Freihet aprono e chiudono le danze, la prima tragicamente/cinematograficamente epica, l’ultima invece ci trascina in maniera ipnotica alla conclusione con eleganza ed eloquente ripetitività.
In mezzo ci sta la vera meraviglia, la sostenuta marcia di Geweihtes Land la spettacolare malinconia di Peaceful Hours (assolutamente lacrimevole), la candida Stirb Und Werde dotata di quiete “aperture solari”. Tiepidi passaggi che diventano sempre più ingombranti, diventa enormemente difficile erigere la propria preferita in questa sbornia neofolk che ci sussurra con suadenza tutta la propria bellezza. E così arriva una Sacrum e le difese cascano ancora sulla splendida interpretazione vocale, chitarre e tastiere si giocano la partita e la voce femminile imperla il tutto con raggelante eleganza. Zeitenwende è grande introspezione mentre Solitude si esprime adeguatamente a partire dal titolo (stra-indovinato l’inserimento di tromba e il crescendo accompagnato “dall’instabile” pianoforte ) per il proprio personale trionfo. Adieu! infine è toccantissima, esplicativa di come le cose semplici siano quelle in grado di arrivare dove le altre si fermano, io applaudo.
Puro folk tedesco, un disco da andare a scoprire, senza fretta e con la consapevolezza che il progetto Leger Des Heils non ne vuole sapere di sbagliare qualcosa.
Nothing,Never,Nowhere