Cambio di pelle da parte degli Editors, netto e radicale, che ha spiazzato tutti, critici e fan. Dalle malinconiche e oscure atmosfere post punk di The back room (album d'esordio) e al successivo An end has a start, che conferma il loro stile molto retro rock, si passa ad un synth pop romantico e decadente, tanto caro ai New Order, Depeche Mode, Ultravox e tanti altri gruppi del periodo (l'accostamento a questi gruppi é prettamente stilistico). Molti hanno definito shockante la nuova strada intrapresa dagli Editors, per il fatto che abbiano drasticamente cambiato il loro suono dopo soli due album, e incolpandoli che per varcare questi nuovi territori sonori ci sarebbe voluto magari piùtempo, evolvendosi con gli anni; altri apprezzano questo disco, passandolo per buono. Credo che la verità stia nel mezzo. L'approccio ai synth per la band é buono, l'album é ben strutturato e arrangiato, le emozionanti atmosfere ci sono, ma manca qualcosa al disco per renderlo grande. Purtroppo alcuni episodi del disco fanno capire che nel loro DNA manchi la verve stilistica di questo genere. Il disco parte bene con la title track In this light and on this evening, che con la sua atmosfera tetra e oscura riesce ad entrare nell'animo, accompagnata dalla voce di Smith, in questo caso molto tenebrosa e greve, come una notturna figura che ci impossessa. Bricks and mortar e Papillon sono le due tracks di punta dell'album, dall'impatto ballabile, batteria trascinante e imponente presenza dei synth, con un ritornello dal sapore molto pop, ma non per questo banale. Papillon é sicuramente destinata ad essere molto gettonata sia in radio che in pista. You don't know love ha i contorni molto anni ottanta, con orchestrazioni molto new wave, e refrain nostalgico. The big exit inizia bene, portandoci indietro di trent'anni, ma la seconda parte della canzone non mi ha convinto, colpa forse di un ritornello blando e privo di emozione (eppure l'inizio prometteva bene). The boxer é l'episodio che calza a pennello la nuova strada intrapresa, con un tappeto sonoro che ricorda molto la synth anni ottanta, con la chitarra che fa da sottosfondo, senza disturbare l'atmosfera creata, ma alla canzone manca una certa energia, capace di trascinare. Like a treasure é della stessa lunghezza d'onda di The boxer. Eat raw meat= blood rool é una sorta di ipnotica lenta danza tribale, che all'inizio riesce ad avvolgere, ma anche in questo caso la canzone, sempre nella seconda parte si spegne un po'. Chiude il disco Walk the fleet road, canzone dalle visioni oniriche, che sembra omaggiare Atmosphere dei Joy Division. Il disco puòpiacere e anche no, se ascoltato piùvolte magari viene assimilato meglio, io ritengo che sia sufficiente, ma se avessero messo molta piùenergia e vitalità in alcuni momenti, l'album sarebbe stato una vera e propria perla. Il tempo ci dirà se gli Editors abbiano intrapreso la strada giusta.
Editors – In this light and on this evening