L’opener “Pure joy in my heart” è un gioiellino di tristezza in musica: fredda, pervarsa di spleen e ombre.
Musicalmente gli Asylum Party sono un mix tra i Cure di “Phornography” e Clan of Xymox di “Medusa”: la chitarra si staglia solitaria su cori gelidi e ritmiche cold.
“Sur la route” è un omaggio ai Red Lory yellow lorry, per il basso costante e la batteria in primo piano.
“It’s over” rimanda ai Mission: c’è un sottofondo malinconico e dolce a cui si contrappone la voce cupa e abbattuta: è fortissimo anche il rimando a “other voices” dei Cure per un certo respiro spettrale che pervade la song, anche se gli A. Party non sono affatto un clone.
“Mother” è xymoxiana anche se qui le vocals sono troppo monocordi: non convince l’urlo finale..
Gli unici tocchi di colore sono dati dalle chitarre e dalla batteria. “Pas tres loin” l’accosterei ai Fra Lippo Lippi, anche se nel break centrale la chitarra si sfoga in un riff spettrale.
La ghiacciata “Someone else” fa quasi venire in mente una raffica di vento gelido con la voce dispersa… è probabile che i Nostri avessero in mente i Kirlian Camera, anche se virano il gelo in note “rock” e non synth-etiche come in “Un sang d’hier” dove con il controcanto femminile si avvicinano ai Sisters of Mercy, così come in “Les Temps des serpents”.
In “Madhouse grass” si avvicinano invece ai ai My Bloody Valentine e ai Rose of Avalanche.
Riemerge l’anima cureiana di “Faith” nell’intermezzo “Euphoria” e “Inner word is up”.”Ticket ot ride” è un pezzo insolito, alla House of Love, sottotono rispetto alle precedenti così come la troppo easy “Beside”. Nel complesso avvicinerei gli Asylum Party ai Lycia, per lo stesso effetto di gelo e brina che scagliano addosso all’ascoltatore.
Lunaria
Darkwave
1990
Asylum Party