Mai nome fu più azzeccato: la danza di Mephisto (Mephisto Walz appunto). Danza oscura, tormentata ma dolcissima, come il sound di questa band fondamentale e amatissima. A mio parere questo disco è il loro piccolo capolavoro irripetibile, anche se con terra regina i nostri si sono avvicinati a sfumature più eteree e surreali.In “Thalia” prevale un senso di anelito all’infinito e all’autoannullamento come nella minimale “along the march” o alla drammatica “euphrosyne” ogni battito rimanda a un cuore che si sta spegnendo, mentre chitarre liquide come farfalle ci cullano..
Evocativi,ipnotici, emozionanti e sanguinanti dolore..freddi come ghiaccio in “thalia” e ammalianti come nella totentanz “mephisto waltz”.”no way out” è forse il pezzo più easy dell’album, facilmente memorizzabile mentre “white rabbit” rimanda ai Cocteau Twins e “kokoro” presenta un contrasto vocale tra una voce aspra e quella angelica.L’album chiude il sipario con due metalliche tracks. Disco da (ri)scoprire in questo lungo inverno….