In un mondo sempre più convenzionale e lobotomizzato , sempre più privo di originalià , purezza ed emozioni genuine sembrerebbe utopistico anche solamente pensare all’esistenza di qualcosa di buono. Eppure nel variopinto sottobosco musicale qualcosa si muove, respira e si nutre di musica semplice , per intenderci quella che arriva dritta al cuore come un bisturi sottile che sa perfettamente dove tagliare.
Coriandoli di emozioni , ricordi come frammenti sepolti nel tempo e si racchiudono e si rincorrono dentro questo baule impolverato chiamato Delenda Noia , duo di origine sarda trasferitosi poi nella ridente Reggio Emilia nel 2001.
Le sonorità di questo eclettico binomio musicale prendono forma di giocattoli e di bambole colorate animate da synth psicotici e malinconici . Due elementi alquanto semplici ma allo stesso imprescindibili per la loro anima artistica. Sin dai primi bagliori musicali del disco ci si trova quasi senza accorgersene a danzare ingoiando miscele alcoliche dal puro gusto new wave con sfumature nostalgiche dal retrogusto puramente ottantino , miscele calde e sottili che donano una certa liquidità all’intero lavoro in questione.
Il suono scorre fluido in costante bilico tra puri momenti estetici e caldi che si contrappongono a momenti angosciosi , lugubri e malinconici. A coagulare le miscele ci pensano le liriche dal gusto assolutamente intimistico. Revolutionez, La Canzone Dell’addio e Castità. funzionano a meraviglia grazie anche all’ipnotico giogo dei ritornelli concentrici in grado di penetrare facilmente la corteccia cerebrale dell’ascoltatore , provocandolo , viziandolo e soggiogandolo attraverso algidi innesti di musica agrodolce,sentita,pura.
Ascoltandoli è facile indossare le loro paure perchè ci guardano e ci toccano da vicino. Attacchi diretti e sinceri si susseguono dentro tunnel che sanno di ombra e luce , là dove la luce racchiude i nostri sogni e là dove l’ombra chiude a chiave i nostri orrori. La vittima sacrificale ¨ la società . I Delenda Noia non esitano nel sputare in faccia al razionale , criticandone la superficialità e la finzione.
In un valzer di maschere e di bambole loro si racchiudono dentro un barattolo , un mondo rimasto intrappolato nelle ragnatele del tempo . Riferimenti possiamo sicuramente trovarli nei radioattivi battiti di un primo Battiato , dalle malinconiche e sintetiche atmosfere del’arlecchino meccanico Camerini e dal sound vaporoso nostalgico dell’oscura Italia come Carmody , Neon ,Decibel e primi Litfiba .
Nonostante le chiare evocazioni i Delenda Noia riescono a restare in possesso della propria anima musicale producendo una miscela sensazionale che sa di polvere vinilica , di musicassetta e di mangianastri. I testi , rigorosamente in italiano , amplificano la decadente malinconia riuscendo a ricondurre alla luce emozioni quasi dimenticate dai più sbadati ma che rivivono continuamente come burattini dai colorati costumi nel teatro mentale degli incalliti nostalgici.
Noia estetica è un decadente mondo fatto di tormenti , passioni e speranze raccontate e suonate in modo semplice e diretto. Consigliato a chi ha semplicemente voglia di ascoltare buona musica ed a chi ha voglia di tornare indietro nel tempo lasciando da parte il gusto di plastica di questa società corrotta.
Darkwave
2011
Delenda Noia