Cd che racchiude le “best song” di questo gruppo inglese molto valido che merita una riscoperta.
La bella “Beating my head” suona come un mix tra i Joy Division e i Sisters of Mercy di “Body electric” o “Anaconda”:
il sound è nervoso, ritmico, con vocals profonde.
“Take it all away” è più sdrammatizzata, sull’influenza dei Lords of the new church di “The method to our madness”, appena venata da synth sbarazzini.
“He’s read” è più classicamente ispirata a pezzi come “Black planet” dei S.o.m:
Il sound della band non ha pretese di sperimentazione o avanguardia, è diretto e immediato, con songs trascinanti e ammiccanti nella loro anima rock-post punk venate però da intri quasi catacombali (“Feel a piece”) e vocals profonde -molto sexy!- più recitate e di getto, che non cantate.
L’attitudine del gruppo sembra essere “Siamo Oscuri, ma non troppo” tanto che riescono bene a mixare tempi rallentati a parti più rock (“Generation” analoga a una “Black planet” o “Vision thing”).
Veramente indiavolata poi “Spinning around” sullo stile dei Birthady Party o “Hold yourself down” che flirta con una “Doctor Jeep” o una “Something must break”.
“Cut down” ha un incipit tutto basso à la Bauhaus, mentre “Change” -gran bella track!- è robotica e frenetica (immaginate un mix tra S.o.m e i Rockets!).
La robotica “More jipp” (una versione ultra slow degli A greater then one!) chiude il cd.
Se un connubio tra i Joy Division più ruvidi, “sporcati” dai ritmi macilenti dei Birhday Party e una spruzzatina di Gothic rock easy alla “Vision Thing” vi attira, fiondatevi sui Red Lorry Yellow Lorry, ne vale la pena!