Quando si ha tra le mani un disco come DAY.NIGHT.LIFE e lo si deve recensire non è sempre facile distinguere tra il saper fare e il saper creare. Riuscire a capire quanto potenziale può avere un progetto e quanto invece sia ancorato a influenze che devono essere necessariamente lasciate alle spalle se si vuole emergere. Magistralmente prodotti da Paolo Rossi (Studio Waves), il quartetto di Ancona fa capire da subito che una delle sue grandi qualità è quella di saper fare. In un suonato così pulito nell’esecuzione spicca a mio avviso la sezione ritmica. Basso e batteria sono collante e trasporto di ogni brano, ne scandiscono gli intrecci con una chitarra e una voce che hanno vita facile a destreggiarsi su una base solida e quadrata.
Pur sembrando al primo ascolto molto scolastico il suonato dimostra un accurato arrangiamento e traspare la bravura degli esecutori. “Conquest” e “Indelible” sono un’ottima prova di ciò, non si disdegnano “Earth Overflows” (accompagnata dal video diretto da Francesco Amicucci) e “If You Turn” che chiude il disco di 8 tracce, tutto rigorosamente in lingua inglese. Inglese che senza dubbio dà un tono internazionale anche se, a esser obbiettivi, manca di credibilità, sopratutto quando le metriche diventano più veloci e la pronuncia si perde un po’ in quel parlato poco fluido che per essere convincenti fuori dalle mura italiane deve necessariamente esser più curato.
Un bel disco, potrei affermare, peccato che tutto questo sia figlio di un revival new wave anni ’80 un po’ troppo ancorato ai mostri della musica contemporanea, ed è forse questo quello che trattiene i Secret Sight dal rivelarsi una bella novità nel vecchio panorama italiano. I pezzi sono diretti e convincenti ma le assonanze e le somiglianze, in alcuni casi molto marcate, sanno di già sentito e questo potrebbe alla lunga non premiare.
Le linee di chitarra calcano sentieri già ampiamente percorsi, sia nel suono che negli arrangiamenti, diventando durante l’ascolto scontate e prevedibili, e la voce per quanto carismatica e ben eseguita pare forse troppo impostata e innaturale, come a voler emulare questo o quell’altro stile.
Inutile fare i nomi dei gruppi a cui potrebbero somigliare, visto che il Post-punk di questi tempi sta tornando alla ribalta e costruire qualcosa di davvero originale diventa sempre più complesso se non si vuole incappare in paragoni scomodi.
Credo sia necessario accettare il fatto che questo debutto serve sopratutto a crescere, a prendere consapevolezza che le basi per creare qualcosa di figo ci sono, ma bisogna avere il coraggio di osare, di sperimentare. L’emulazione ti può portare a un rapido appagamento ma non ti permette di andare oltre.
Sono certo che i Secret Sight potranno andare oltre.