Il gruppo appare come un cofanetto di musica fresca molto godibile dal punto di vista ritmico. Ascoltando i The Cold è come rivivere immagini del passato che scorrono le une dietro le altre, vivide nello spirito ed ottantine nell’anima. Il loro canovaccio musicale fa rivivere le sonorità che un tempo appartenevano ad un certo Robert Smith, rubandone soprattutto l’intenso impatto emotivo. A trarne giovamento è sicuramente la scorrevolezza delle note che scorrono leggere e liquide , in una semplicità musicale che rende il disco piacevole ed assolutamente d’impatto. I The Cold dimostrano come la semplicità possa divenire complessa. Il loro disco, nonostante l’apparente orecchiabilità, presenta degli aspetti sonori davvero variegati. Come già detto nel disco sono presenti chiari riferimenti ai retaggi dei primi Cure ma ben capitano anche negli smussi sonori degli Interpol e di conseguenza negli Editors, gruppi che stanno sempre di più spopolando nella penisola britannica. Messi gli ingredienti ed aggiunta la sproloquiante voce del Frontman Uwe Liebscher , in totale bilico tra i vivaci melodrammi adolescenziali di Robert e quelli più oscuri degli Interpol , il risultato è una pozione dal gusto dolciastro , movimentato e brioso. Il disco si apre con Profane Advice che ci regala propensioni smaccatamente di stampo pop
The Cold
- Darkitalia Staff
- 12 Giugno 2013
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