I Varsovie nascono nel 2005 a Grenoble, Francia, dal creativo Arnault Destal (testi, batteria, arrangiamenti) e Grégory Cathérine (musica, voce, chitarra), entrambe figure radicate nella scena underground francese. Con la presenza di Thibault Chapelat come bassista, la band ha registrato un primo EP di 5 canzoni intitolato “Neuf MIllimetres” nel 2007, in uno stile prettamente dark e post-punk di stampo francofono. Nel giugno 2006 il bassista Yan Four si è unito alla band.
Con all’attivo un cospicuo numero di tour in tutta Europa e raggiunta una certa maturità artistica si impongono, ora più che mai rispetto agli inizi, nella scena musicale, ambendo a diventare la band di punta della nuova scena darkwave d’oltralpe. È dagli anni novanta, pensiamo ai Corpus Delicti, che la Francia non aveva probabilmente band interessanti e i Varsovie sono partiti proprio da una simile considerazione cercando di proporsi e, perché no, di imporsi per raggiungere livelli qualitativamente elevati e che reggano il confronto che le grandi band del passato che costantemente li ispirano.
“L’Heure et la Trajectoire” (trad. Il tempo e la traiettoria) è il loro secondo album registrato nel 2013 e che fa seguito al loro primo album “Etat Civil”, del 2010. Esso contiene dieci tracce cantate in lingua francese, ovviamente. Come esponenti del postpunk francofono, si evince chiaramente questo loro marchio di fabbrica. L’utilizzo del basso è preponderante, cupo ed incessante, chitarra dai suoni taglienti, batteria dai ritmi serrati richiamano trame new wave tipiche degli anni ottanta. Ascoltando l’Heure et la Trajectoire, infatti, vengono subito alla mente parallelismi, analogie, punti di contatto con i capisaldi del genere, in primis i Joy Division, i primi The Cure nonché i Noir Désir. Si presenta come un album più complesso e maturo rispetto al precedente, molto più accurato nell’intento di mettere la sezione ritmica in rilievo e facendola amalgamare perfettamente con le chitarre e la voce di Grégory Cathérine. Uno stile romantico, fatto di un post-punk decadente ed emozionalmente teso, percorre l’intero album da “Austerlitz” passando per le tracce che hanno fatto da anteprima al cd (“L’ éclaircie” e “Lydia Litvak”) fino alla struggente e conclusiva “Jusqu’Au Jour”. “Hotel Roma” è una traccia dall’inizio molto deciso, ritmata ed incalzante, decisamente atipica nel suo essere caratterizzata da notevoli giri di basso, squarciata da repentini cambi di ritmo. Per non parlare della traccia num.9 “Lutte avec l’Ange”, chiaro esempio di influenze più vagamente gothic rock alla Christian Death.
Progetto ambizioso, dunque, quello dei Varsovie, a partire dall’utilizzo della stessa lingua francese nei testi, passando anche per l’elegante e ricercato booklet. Decisamente promossi a rappresentati indiscussi della contemporanea scena post punk/cold wave, nonostante la lingua francese poco si presti, a mio giudizio, a ben fondersi con determinati stili musicali!