I Drama Emperor giungono al loro secondo step discografico con l’album “All Of These Days”, dieci tracce caratterizzate da uno spiccato senso della melodia unito ad un’abilissima attitudine elettronica d’altri tempi, in grado di amalgamarsi alla perfezione con i dettami classici della New wave e del post-punk.
L’opener “All Of These Days” apre letteralmente le danze imprigionando l’ascoltatore in un loop di chitarre modellato da effetti elettro, in crescendo, per poi esplodere in un ritornello in grado di capovolgere quanto messo sul piatto fino a quel momento e quindi cristallizzarsi nella testa dell’ascoltatore, lasciando il segno.
Stessa generosissima sorte tocca anche a “Sharp Song” dove il basso è messo in primissimo piano. Ma è con un pezzo cantato in Italiano, “Sindrome” che i Drama Emperor ci donano una vera e propria perla in odore Cccp che si contraddistingue per l’uso massiccio di chitarre zanzarose in grado di creare un effetto claustrofobico tipico del post punk dei primi anni ’80.
“Gerusalem” costituisce indubbiamente il pezzo più rock del lotto e si fa apprezzare per i fraseggi arabeggianti dell’arrangiamento. Lo spoken word di “Oh Boy” introduce la seconda parte del disco costituita da canzoni molto più sintetiche e sperimentali ma sempre di grande impatto.
Così se “The Blind Man” riporta alla mente come melodia “The Model” dei Kraftwerk la componente elettronica diventa massiccia in pezzi come la strumentale “Step New” o la conclusiva “Final Song” per poi deflagrare arrivando a toccare il genere EBM con la riuscitissima “Wir Sind”.
I Drama Emperor ci restituisco un album brillante, accattivante ed originale, che sarà sicuramente in grado di ampliare la schiera dei fan de gruppo e, cosa più importante considerando il fatto che si tratta solo del secondo episodio discografico, è un disco dove la personalità, la passione e l’amore per l musica sono ben tangibili.