Diamo spazio a questa band, Morwan, proveniente dalla florida scena post-punk dell’est europeo, precisamente Ucraina.
In realtà non si tratta di una band ma bensì di un progetto solista di Alex Ashtaut, molto originale e accattivante, che cita influenze da gruppi russi Utro e Shortparis, come continuazione evoluta di precedenti progetti post-punk, 5-6-3 (Pyat’shes’tri) e Aosphore.
L’avevo scoperto ad inizio di questo difficilissimo 2020 con l’album Убила могила (Ubila mogila) ma è con questo secondo lavoro Зола-Земля (Terra malvagia) che mi ha confermato il suo valore, rapendomi con questa miscela di suoni post-punk moderni e potenti miscelati a quelli tradizionali arabi (lui ha radici ucraine/arabe) che portano il corpo a non poter restare fermo!
L’album è composto da 5 ottimi brani di alto livello con testi che raccontano esperienze personali associate anche con espressioni figurate legate alla natura, di cui l’artista ha molto rispetto.
Per i singoli brani ho una preferenza per Зола-Земля e Где-то там вдали che chiude il disco, col brano che al suo interno ha molti spunti interessanti con chitarra iniziale che porta il brano a prendere ritmo e batteria su tutti, vari cambi rendono il brano speciale.
It’s a dream, Ash-Earth, Black sun, The waves, Somewhere far away ‘s like i titoli tradotti dal cirillico.
Un nome, quello di Morwan, da segnare e che, a mio parere, entra sicuramente tra i miei migliori album di quest’anno assieme a quello di Ist-Ist “Architecture”.