
Dopo aver suonato nei The Detonators e nei The Doggs, Marco Mezzadri (in arte Nero Kane) ha dato tutto se stesso per dare la luce a Lust Soul primo disco del nuovo progetto Nero che lo vede a fianco di Daniele De Liberato (chitarra) e Enrico Buttafuoco (batteria).
Mi ci è voluto un po’ per metabolizzare un disco che al primo ascolto si rivela non così diretto, e che al suo interno in molte occasioni da più l’idea di una raccolta di brani piuttosto che di un concept album. Un disco che può ammaliare e nello stesso momento annoiare, un rischio necessario se si vuole scrivere di getto, dando più peso alle emozioni piuttosto che a una stesura razionale che comporta a volte vincoli in cui si cerca di amalgamare il suono e la direzione artistica.
Qui invece è una stesura a cuore aperto, nei dieci pezzi c’è del gotico, c’è del pop, c’è del rock’n’roll (vecchia scuola), c’è del grunge, del garage, dell’ambient, non una sola anima, ma tante fuse insieme, che emergono e si affossano a vicenda facendo di Lust Soul un disco fondamentalmente ROCK. Quei dischi da suonare più che da registrare, qualcosa di poco etichettabile, non a fuoco, ma che pare sia la direzione che si è voluta prendere, e non si può far altro che dire: “obbiettivo centrato”.
Lust Soul si beve in un sorso di 35 minuti, che si apre con Death in June, un pezzo strumentale che segue le orme dell’omonimo trio Neofolk Inglese, con una chitarra decadente e crepuscolare e qualche synth ectoplasmatico, per poi continuare con pezzi più diretti e orecchiabili (I’m the sin e Over My Dead Body), lasciando spazio a ballate più personali e introspettive, dai suoni elettronici lontani e scricchiolanti (In my Town, Old Demons, Spirits) e finire con Tomorrow Never Comes che nel cantato ricorda una rallentata Long Hard Road Out Of Hell dei Marilyn Manson.
Particolare la scelta nel mixaggio di lasciare tutto come fosse sotto un velo, poco cristallino, quasi soffuso e primordiale, che da l’idea di una presa diretta emozionale senza troppe post produzioni maniacali, dando un maggior carattere (paradossalmente) a un progetto che nel live sicuramente potrà avere enormi potenzialità.
Il ragazzo ha sangue rock nelle vene.