Pioniere dell’Italian Synth.
Angel :Sono davvero felice di averti qui, benvenuto su darkitalia . Partirei subito dal passato. La tua musica nasce in un periodo particolarmente buio della musica italiana . Proprio in quel periodo una vasta costellazione di band nostrane si affacciavano alla nuova corrente artistica che stava acquistando numerosi proseliti e facendo sfracelli in quasi tutta Europa. Tu con il tuo progetto di sicuro ti posizioni nel centro di quella costellazione. Come nasce Lisfrank ? Qual è stato il concetto di base che ha dato vita al progetto ?
Lisfrank : Innanzitutto grazie…è un piacere essere qui con voi. Vengo alla tua domanda… Con l’avvento del Punk un po’ tutti noi giovani sognatori dell’epoca fummo pervasi da una frenesia di libertà e di urgenza creativa. Era un momento liberatorio per noi, bisogna capire che sino ad allora la scena era stata dominata da grandi Star (Bowie, Reed, Zappa…), da grandi band di Hard Rock (Deep Purple. Led Zeppelin, Black Sabbath… ) dal Progressive (Emerson Lake & Palmer, King Crimson, Yes…) che allora veniva chiamato Pop, quindi da eccezionali musicisti e da risorse economiche importanti, l’esatto opposto della media dei musicisti Punk e Post-Punk/New Wave dell’epoca.
Io avevo passato tutti i primi anni ’70 a comporre e suonare una sorta di Prog sperimentale con numerose band. L’ultima band, prima di Lisfrank, fu Electric Nostalgia, un duo electro-acustico, in parte influenzato dal prog, dagli americani Chrome e dai primi Human League. Nel Novembre del ’79 mi trasferii a Londra per circa un mese, e con la demo del gruppo passai in rassegna tutte le Major e le Label emergenti dell’epoca. Tra queste Rougth Trade, 4AD/Beggars Banquet, Island Records….. Da Rougth Trade mi consigliarono, di portare la mia cassetta all’appena nata Mute Records di Daniel Miller, e cosଠfeci. Di giorno grandi camminate e alla notte concerti. Fu bellissimo. L’atmosfera generale e i numerosi concerti (Cure, Bauhaus, Cabaret Voltaire, Siouxsie and the Banshees….), e tanti nuovi dischi acquistati, mi ricaricarono di nuova energia. E nonostante l’insuccesso, tornai in Italia pi๠determinato di prima e decisi di dare alla mia musica una maggiore energia mescolando elementi punk, dark ed electro. Nasce cosଠil progetto Lisfrank.
Volevo fare concerti e quindi cercai dei musicisti. Trovai un bassista-tastierista ed un giovane insegnante inglese come chitarrista, conosciuto casualmente alla sede savonese della British School. Composi una decina di canzoni ed arrangiai una canzone dello stesso chitarrista e facemmo alcuni concerti (Savona, Albisola, Firenze).
Angel : Il Moniker Lisfrank da dove proviene? Perchè questa scelta?
Lisfrank : Ero alla ricerca di un nome, lo volevo di una sola parola e di impatto. Casualmente mi capitಠtra le mani un testo di chirurgia dove trovai il nome di un chirurgo svizzero Lisfranc appunto, vicino ad un sacco di immagini radiografiche. Era perfetto! Sostituii la C finale con la K e avevo il nome.
Angel : Firenze , Venezia e Torino sono state sicuramente tra le città culla della darkwave made in Italy. Grazie proprio a Lisfrank anche la tua Savona e di conseguenza la Liguria viene ricordata per essere un punto importante della wave per essere pi๠precisi della Synth wave . Com’era la scena allora ? Regalaci una fotografia del tuo passato , esperienze e sogni , ricordi ed aneddoti .. insomma com’era l’Italia dark di cui tutti parlano con cosଠtanta nostalgia ? E , in ambito musicale , cosa c’è di diverso da quella attuale?
Lisfrank : La mia Savona all’epoca era una città abbastanza chiusa, cupa e basata principalmente sul Porto ed un po’ di industria collegata.
Era una cittadina operaia e piccolo borghese, con una mentalità molto conservatrice. Una piccola Manchester. Per un giovane che cercava e voleva nuovi stimoli ed orizzonti era una prigione. Non c’erano molti musicisti, ma molti estimatori del Prog, del Punk e del Metal.
Pi๠problematico era trovare amanti della musica New Wave Elettronica (oggi Minimal), che era vista come una cosa artificiosa e fatta pi๠dagli strumenti che dai musicisti. Questa era l’atmosfera che circondava gli inizi di Lisfrank e non solo. Diffidenza e pregiudizio.
A parte le pochissime band cittadine non c’erano molti contatti con le band liguri. C’erano grandi problemi a trovare spazi per concerti, che si limitavano spesso ad esibizioni nella propria zona e di conseguenza i contatti esterni erano quasi inesistenti. Nel mio caso l’aver suonato a Firenze nell’81 in un concerto al Casablanca insieme ai primi Neon ed ai Rocluka di Maurizio Fasolo (Pankow) mi ampliಠun po’ le conoscenze e la percezione di cosa stava avvenendo.
Ma fu senza dubbio grazie alla pionieristica rivista Rockerilla che si ebbe la consapevolezza sull’esistenza di altri gruppi liguri e non solo. Fu la rivista di riferimento e d’informazione pressoch੠in tempo reale del nascente movimento Punk e della sua evoluzione in Post Punk .
In seguito ci fu un proliferare di Fanzine che davano ampio spazio alle band italiane, principalmente locali, perchà© logisticamente le pi๠facili da contattare e da seguire per reperire notizie. Apprezzai molto il fenomeno delle fanzine perchà© era “entusiasmo allo stato puro†con pochi mezzi ma tanta voglia di fare e di essere partecipi in quel mondo che stava cambiando. Spesso persone singole o gruppi ristrettissimi di amici accomunati principalmente dall’amore per la musica. Nel 1982 la rivista d’avanguardia Frigidaire pubblicಠun numero con all’interno uno Speciale Gruppi Italiani, una sorta di censimento dei gruppi operanti nelle varie regioni italiane dell’epoca.
Questa fu a mio parere un’iniziativa di grande lungimiranza. Oggi, infatti, possiamo avere una fotografia piuttosto precisa della musica che scorazzava per la nostra penisola in quel preciso momento.
La differenza sostanziale con la musica attuale è che all’epoca facevi tanto ma con poco e tutto era molto difficile.
Oggi invece con la tecnologia digitale, puoi disporre a casa e con poche migliaia di euro, di innumerevoli strumenti virtuali e di una strumentazione di registrazione paragonabile solo ai grandi e costosissimi studi di un tempo. Certamente tutto non è cosଠscontato, per l’orecchio raffinato ed educato la differenza tra l’emulazione di un synth o di uno strumento acustico rispetto al modello fisico è ancora notevole ma oggi sono molto poche le persone in grado di coglierne la differenza.
Intanto i cosiddetti synth-vintage avevano mediamente un suono pi๠pastoso e caldo, l’analogico non è basato come il digitale su calcoli matematici ripetibili e sempre uguali, ma su circuiti di tensione elettrica, che di suo non è mai perfettamente costante. Ed è questa continua mutazione a determina la vitalità e la bellezza del suono analogico. Il digitale invece è come un’istantanea, fatta ad una sezione specifica del suono oscillante, e riproducibile sempre in modo identico. Questo per quanto riguarda l’aspetto tecnico, poi c’è l’aspetto creativo. Rispetto a ieri, oggi i musicisti dispongono di strumenti potentissimi e flessibili ma per un fatto di moda tendono ad essere utilizzati sempre con gli stessi suoni, e questo secondo me uniformizza troppo il sound vanificandone la personalità . Questo in parte avveniva anche in passato, ma la varietà impressionante di produttori e del costo degli strumenti, determinava scelte che incidevano sui suoni e ci spingeva ad una maggiore ricerca delle timbriche, rendendo il sound spesso pi๠identitario.
La scena dark dell’epoca era meno moda e pi๠modo di essere, rispetto ad oggi. L’ascolto di certa musica ed il modo di vestire ci portava ad avere un’immagine riconoscibilissima. Tutto avveniva in tempo reale ed era molto spontaneo.In quel periodo frequentai molto la scena dark fiorentina.. lଠera tutto molto forte e lଠconobbi molti musicisti tra cui Marcello Michelotti e Stefano Gasparinetti Fuochi dei primi Neon, i primi Diaframma, Litfiba e molti altri. Organizzatori di eventi e concerti ( Bruno Casini INDEPENDENT MUSIC MEETING ) e responsabili di fanzine ed etichette discografiche (Paolo Cesaretti di FREE-IDL e Alberto Pirelli di IRA). Conobbi davvero molte persone speciali e di grande talento.
Angel : Seppur parte di una schiera che ha visto senza dubbio protagonisti Litfiba , Diaframma , Moda , Death in Venice e Neon ( giusto per citarne qualcuno ) tu ti sei distinto dalla new wave dai facili rimandi presentando l’ep Man Mask nello sfocato 1982 che uscଠproprio sotto la tua etichetta , la Mask Productions. Nel 1983 uscଠFirst Relation ad oggi sicuramente uno degli lp compilation tra i pi๠ricercati dai collezionisti. Come nasce la Mask Productions , perchà© hai sentito il bisogno di creare un tuo marchio ? Nella First Relation è presente anche un gruppo di tuoi concittadini i F.A.R. e gli imperiesi Take for Run . Come nasce l’idea della compilation ? Quale era il suo intento e a distanza di anni sei rimasto in contatto con gli altri artisti?
Lisfrank : Con i gruppi che hai citato, vissi la nascita dell’Independent Music Meeting di Firenze. La prima ed unica “Fiera†della musica indipendente nazionale ed internazionale dell’epoca. Partecipai con la mia Mask Productions alle prime 3 edizioni, e fu un’esperienza davvero molto interessante. Mask Productions nacque con l’intento di produrre in totale autonomia i dischi di Lisfrank. Ma dopo l’uscita dell’EP Man Mask fui letteralmente sommerso da cassette di giovani band che si proponevano, con un livello medio talmente buono che mi convinse a produrre una compilation. First Relation aveva l’intento di dare spazio a tutti quegli artisti, che non avevano trovato un’opportunità con le altre label italiane. Nell’album inserii alcune band liguri. I savonesi Final Alternative Relation (F.A.R.), e gli imperiesi Take For Run e Video Up To Date (V.U.D.). Tramite i Social Network sto riprendendo i contatti con molti di loro ed altri amici pi๠o meno famosi dell’epoca.
Angel : Sappiamo che per chi produceva musica con i synth erano tempi duri, visto che la strumentazione di allora non era di certo quella di adesso e molti artisti minimal electro erano costretti a campionare i pezzi prima di eseguirli live. Parlando appunto di live , come rispondevano le persone alla tua musica ed al movimento minimal electro , di cui tu stesso sei stato il pioniere in Italia . Inoltre vorremmo sapere come preparavi i tuoi live e quali strumentazioni utilizzavi .
Lisfrank : I tempi per noi electro-wavers erano veramente duri, questo non tanto per la strumentazione quanto per i pregiudizi. All’inizio con le band in concerto si suonava tutto dal vivo e non avevamo l’esigenza di pre-registrare del materiale. Solo dopo l’uscita di Man Mask ritenni opportuno andare in concerto con le basi. In studio avevo suonato tutto, diversi tipi di sintetizzatori, batteria acustica oltre a quella elettronica e percussioni elettroniche. Non era possibile riprodurre il materiale senza l’apporto di un gruppo con notevole strumentazione, e non ero dell’idea di avere possibili complicazioni causate dalla gestione di una band. In alcuni concerti fui supportato da immagini, tutto molto artigianale e fatto con poca tecnologia. I concerti hanno sempre storie a parte, alcuni furono entusiasmanti altri quasi deprimenti, dipendeva un po’ dal posto e dalla platea, in questo non c’era molta differenza con la situazione attuale.
La mia strumentazione odierna è in gran parte quella dell’epoca: Stratus by Crumar (Synth-Polifonico), Juno-60 by Roland (Synth-Polifonico), SH-5 by Roland (Synth-Monofonico), DX-7 by Yamaha ((FMSynth-Polifonico), Prophet-600 by Sequential Circuit ((Synth-Polifonico), CR-78 by Roland (Drum Machine), Syncussion by Pearl (percussioni elettroniche), Batteria Acustica by Pearl acciaio. Successivamente i campionatori S-50 della Roland e l’S-950 di Akai.
Angel : Due parole del New Wave Party al quale hai partecipato e della tua prima uscita al Filmstudio di Savona . Cosa hai provato?
Lisfrank : Al New Wave Party fu un disastro, era una piccola discoteca cittadine che se la passava male, e i gestori mi proposero di partecipare eseguendo un paio di pezzi dal vivo. Accettai ma non seppero promuovere l’evento e cosଠmi ritrovai a suonare praticamente per loro. Feci 3 pezzi appena composti, aiutato in quell’occasione da un amico come supporto tecnico, cori e secondo synth. Registrai le tre canzoni con un Teac 4 tracce a cassette. Una delle registrazioni è “Out Of Control†che è stata inserita sull’album in vinile Mask Rewind (2009-Anna Logue Records). Le altre 2 faranno parte delle 4 bonus tracks incluse nella versione CD del disco, che uscirà entro metà Agosto 2012.
Al concerto del Filmstudio fu tutta un’altra cosa, nonostante fu fatto solo pochi mesi dopo. Il Filmstudio era un piccolo Cinema d’essai, e ricordo che fummo sorpresi, perch੠la sala era piena all’inverosimile e nonostante fosse la prima apparizione con la nuova band, fu un successo incredibile. Ricordo che il bassista, solitamente molto preciso, a causa dell’emozione sbagliಠcompletamente il tempo d’inizio di un pezzo, ma l’entusiasmo e l’adrenalina erano talmente alte che ritrovಠsubito il tempo giusto ed il pezzo proseguଠmirabilmente. Fu emozionantissimo.
Angel : Entriamo nel dettaglio della musica targata Lisfrank. Violence in my mind e Man Without Limits sicuramente sono due delle tracce pi๠conosciute della tua musica al quale aggiungo Ombre ( uscito nella compilation The Voice di Vittore Barone ) . Le atmosfere sonore scelte appaiono claustrofobiche a tratti quasi irrespirabili complici anche una forma-canzone nera come la pece e liriche sofferte , al limite della disperazione. Puoi darci maggiori dettagli su queste tre tracce ?
Lisfrank : Violence In My Mind, registrata in uno studio con un 16 tracce analogico, è una sorta di auto analisi, in un momento di assoluto malessere. C’era molta disperazione esistenziale in me, mi sentivo inghiottito in un mondo che non sentivo mio e che cercai di esprimere nella traccia.
Man Without Limits, fu registrata in occasione della pubblicazione della compilation First Relation. Nella stessa sessione registrai anche In The Surface. Man Without Limits rappresenta il mio desiderio di superare ed espandere i miei limiti naturali. Tutta la mia musica ed i suoi testi sono basati sulle mie esperienze percettive o di vita.
Ombre ha una storia diversa. Vittore Baroni grande esperto e giornalista di musica alternativa e tra gli inventori della Mail-Art, mi chiese di realizzare una traccia per una compilation in formato MC che stava preparando. Partecipavano artisti italiani ed internazionali di musica sperimentale, tra gli altri The Legendary Pink Dots, Piermariano Ciani, MB …… Il tema era “la voceâ€. Cosଠregistrai la traccia sul mio registratore a cassette. Un pezzo assolutamente sperimentale e realizzato solo con la voce. Qui come hai detto giustamente l’aspetto claustrofobico è decisamente marcato.
Angel : Das Ding , progetto minimal olandese dei tuoi stessi anni anche lui creatore di una sua propria etichetta , si inventಠla mail art e la trape trades che consisteva in un costante invio di materiale ,fotocopie , cassette nei pi๠disparati luoghi per promuovere i suoi lavori. In assenza di internet , la Mask Productions come ha pubblicizzato la sua musica? Le Fanzine di allora come erano viste dal pubblico?
Lisfrank : Ho conosciuto il lavoro di Danny solo dall’avvento di Internet e Youtube e l’ho apprezzato subito molto. Abbiamo una storia artistica abbastanza simile…. Per quanto riguarda l’aspetto promozionale delle produzioni di Mask Productions, all’epoca era abitudine inviare copie promo delle produzioni sia alle riviste di settore sia a tutte le principali radio che trasmettevano musica New Wave. Inoltre sulle riviste del settore si potevano acquistare spazi pubblicitari, ed inoltre si partecipava ad eventi che permettevano di fare promozione.
Angel : Perchà©; Lisfrank ebbe vita breve ? , Quali sono stati i reali motivi dell’abbandono del progetto ?
Lisfrank : Fui attivo all’incirca sino all’86/87. Chiusi Mask Productions nell’85 perchà©, come gran parte delle produzioni indipendenti di allora, avevo il problema della distribuzione. I distributori nazionali erano interessati solo a prodotti da classifica o di Italo-disco. E quando prendevano le produzioni indipendenti in distribuzione di fatto non le distribuivano con lo stesso interesse. Provai anche con un produttore e distributore indipendente di San Giovanni Valdarno. Persone serissime, con le quali collaborai per un breve periodo, ma il tipo di musica che distribuivano era decisamente lontano dal mio e quindi non funzionà². Di conseguenza anche il mio progetto, dopo alcuni concerti si fermà². Non ero intenzionato, come fecero altri, a modificarlo in chiave pi๠commerciale e preferii chiuderlo.
Angel : Nell’86 sei stato chiamato a collaborare per gli arrangiamenti di Vietato ai Minori platter di un giovane Ivan Cattaneo. Lo zampino di Lisfrank si nota tutto e per un momento forse qualcuno ha creduto che tu intraprendessi questa nuova via delle collaborazioni e degli arrangiamenti ma dopo questa esperienza .. il vuoto. Cosa ti ha dato questa nuova opportunità e perchà© non hai continuato vista la tua maestria con i synth a lavorare nella musica? .
Lisfrank : Fu Roberto Colombo (grande produttore, arrangiatore ed ottimo musicista) che ascoltando alcune mie registrazioni mi propose di collaborare agli arrangiamenti del nuovo disco che stava preparando con Ivan. Con Roberto ed Ivan fu assolutamente piacevole lavorare, ma non mi trovai in sintonia con altre persone che collaboravano nello studio. Portai a termine il mio lavoro, ma non proseguii la collaborazione. In quel momento della mia vita ero piuttosto integralista e la scelta di produrre in solitudine fu dettata proprio da questo aspetto. In una produzione di altri artisti l’arrangiatore deve entrare in sintonia con loro e deve giustamente aderire alla loro impostazione artistica ed al loro pubblico e questo mi appariva come una limitazione al mio bisogno creativo.
Angel : Nel 2009 Anna Logue Records , etichetta tedesca specializzata in ristampe , dopo varie peripezie riesce a contattarti ed a proporti le ristampe dei tuoi lavori. Hai detto subito di si o c’è stato prima qualche ripensamento? Inoltre nel catalogo della stessa etichetta i tuoi lavori sono andati sold out , ti aspettavi questo successo a distanza di cosଠtanto tempo?
Lisfrank : Sinceramente quando fui contattato ero all’oscuro di tutto. Solo pian piano scoprii la considerazione ed il rispetto che godevo all’interno del movimento Minimal Synth internazionale. Inizialmente non ero affatto propenso alla pubblicazione di altro mio materiale, perch੠si trattava comunque di regalare i miei sforzi e le mie emozioni a persone a me totalmente sconosciute. Proposi inizialmente solo la stampa di un singolo, ma dopo estenuanti trattative accettai. UscଠcosଠMask Rewind un LP con un singolo allegato.
Devo riconoscere che Marc Schaffer di Anna Logue Records ha dovuto sfoggiare con me una notevole pazienza, ripagata comunque ampiamente dal successo del disco. Fui molto sorpreso del riscontro perchè ho sempre pensato che la mia musica fosse troppo personale e non cosଠcomunicativa. Quando compongo non lo faccio con lo spirito di chi vuole piacere, ma solo con l’urgenza di esprimere il mio mondo interiore. Questo crea in me una sorta di isolamento dal mondo esterno. Isolamento che intendo colmare tornando a fare concerti e confrontandomi con il pubblico, e anche se so che non sarà facile, vorrei ripagarlo dell’affetto e della gioia che mi ha regalato.
Angel : Secondo te perchà© troppo spesso la musica viene recepita dopo molti anni . Perchà© in molti si accorgono del valore di un progetto ad una distanza esorbitante dalla nascita dello stesso?
Lisfrank : I fattori che determina queste possibili situazioni hanno diverse variabili. Nel mio caso ritengo sia mancata un’opportunità fuori dai confini nazionali. In Italia il genere non era particolarmente seguito ed era inevitabilmente destinato all’oblio. Fortunatamente grazie ad Internet oggi la situazione è cambiata totalmente, la musica puಠraggiungere i posti pi๠remoti della Terre in un battito d’ali e trovare estimatori.
Altre volte puಠessere dettata dal tipo di proposta, che se troppo radicale o fuori dai canoni estetici del momento, puಠspingerla in una sorta di limbo che solo il tempo puಠdissolvere. Lo stesso Das Ding, di cui mi hai parlato prima, ha pubblicato solo alcune cassette autoprodotte, e chiuse le produzioni dopo l’ultima pubblicazione dell’85. Oggi si puಠconoscere ed apprezzare il suo lavoro grazie all’LP del 2009 pubblicato dall’americana Minimal Wave Records. In questo senso le label tipo Anna Logue e Minimal Wave hanno avuto in questi anni un’importanza decisiva nel farci conoscere pregevoli artisti del passato rimasti quasi o totalmente sconosciuti.
Anna Logue Records come anche la Minimal Wave Records di New York stanno estraendo dai tumuli del tempo numerosissimi lavori . Molti dei gruppi ristampati hanno deciso di tornare sulle scene spinte forse da rinnovate emozioni. Sappiamo che è da un pಠdi tempo che lavori al tuo nuovo disco . Puoi dirci cosa ti ha spinto a tornare sulla scena ? Inoltre puoi dirci a che punto sono i lavori e magari svelarci qualche anteprima ?
Lisfrank : Posso dirti solo qual’è la mia motivazione. In realtà non ho mai smesso di comporre, solo che non ho pi๠pensato di pubblicare nulla. La musica rimaneva rinchiusa nel mio piccolo studio e ad uso personale. Dopo la pubblicazione di Mask Rewind il suo successo e le numerose manifestazioni di stima mi hanno ridato la voglia di pubblicare nuovo materiale. Dal 2010 ho di fatto ripreso a registrare nuovo materiale con l’idea di pubblicare un nuovo album. Come un fiume in piena ho composto e registrato con una facilità che non conoscevo. Il lavoro ad un album non è la somma di un certo numero di canzoni, ma ha una sua tensione ed un’atmosfera che si deve avvertire nell’intero progetto. In questo senso il nuovo materiale mette in luce la parte pi๠umana ed aggressiva del mio sound. E’ tutto suonato e registrato con i miei vecchi strumenti analogici, lavorando molto sulle timbriche dei synth e sulle parti percussive dei miei drum-kit o della mia drum machine.
Proprio in questi giorni sto ultimando il mastering dei nuovi pezzi e sono particolarmente soddisfatto del risultato. Ritengo di essere cresciuto molto a livello compositivo ma soprattutto di essere pi๠comunicativo rispetto ad un tempo. La mia musica non si è evoluta in modo algido ed elettronico fine a se stesso, non sono i tecnicismi che cerco, ma ora è pi๠l’aspetto emozionale e comunicativo che mi interessa. Devo sentire magia in quello che compongo ed ascolto.
Angel : In attesa di ascoltare con piacere il tuo disco lascio a te le ultime parole . Grazie per la tua cordialità e per la tua disponibilità .
Lisfrank : Una persona che stimo molto, Ton Willekes di Ensamble Pittoresque e Storung, ascoltando le demo del nuovo materiale ha avuto parole piene di entusiasmo e questo per me ha un significato speciale perchè dopo tanto tempo i dubbi sull’avere o il non avere pi๠nulla da dire avevano affollato la mia mente. Le sue parole invece mi hanno fatto intendere che sono ancora sulla strada giusta.
Vi ringrazio molto per avermi ospitato.
2 commenti
Buongiorno,
Mi chiamo Massimiliano Fancelli e sono membro fondatore del duo synth pop sperimentale Gesù Cresta, inaugurato anno scorso.
Abbiamo da poco pubblicato il nostro primo album, “Il Secondo Avvento Del Messia”, e stiamo promuovendolo; vi chiedo quindi, qualora interessati, se sareste disposti ad ascoltare e recensire il nostro lavoro sulla vostra webzine, sperando risulti di vostro gradimento.
Sia l’LP che il singolo precedente sono disponibili su Bandcamp – Gesù Cresta.
In attesa di una vostra risposta, cordiali saluti.
Massimiliano
https://www.darkitalia.com/chi-siamo/send-us-your-music/