A cura di Lunaria
Definizione di Dark Ambient:
cosa potremmo rispondere a una domanda del genere?
Musica Oscura….inquietante…astratta…manipolata…
ma poi?
Sotto queste etichette possiamo inserire migliaia di gruppi…e per di più qual’è il confine tra creatività e rumore (quando la musica cessa di essere tale?) ?
Forse la risposta sarebbe : “l’ascoltatore è misura di tutte le cose” quindi ciascuno di noi è libero di valutare da sè le rifrazioni emotive che questo tipo di musica (e pensiamo a generi ancor pìù estremi e a band come MB, Sigillum S, SPK, Esplendor Geometrico…)
Ma, qualsiasi cosa sia, questo tipo di musica può anche evocare angoscia, ansia, disperazione, Nulla, morbosità, (malgrado esista anche un Ambient rilassante e new age…) concetti ampliamente rappresentati anche in letteratura e arte.
Dal punto di vista musicale, porrei gli inizi con Album del calibro di “Nature unveiled” dei Current 93, Blackhouse, Lustmord e la Diamanda Galas di “The divine punishment”, accomunati da song prolungate intessute da frequenze e voci distorte, salmodianti, tendenti a rantoli demoniaci e urla agghiaccianti. (arte in cui Diamanda, Nostra Signora dei Sepolcri, eccelle!)
…ascoltandoli si ha quasi la sensazione di assistere a un evento concreto, quasi come se la canzone “si fosse fatta da sè” e fosse stata captata in presa diretta.
Il sound, pur essendo manipolato, non da quasi mai l’idea di schizofrenia, ma al contrario tende a un effetto soporifero e atarassico o di una crescente inquietudine in modo omogeneo.
Ulteriori sviluppi di questo senso di angoscia progressiva li si ha con “Hexerei im Zweilicht der Finsternis” delle Aghast, che unisce il Dark Ambient a una recitazione salmodiante e sciamanica (bastino per tutti due track come “Call from the grave” e “Totentanz”…) calcando ulteriormente la mano sull’aspetto subliminale ed esoterico (e non dimentichiamoci dei nostrani militia Christi, autori di “cerimonial song” tra la gnosi e il blasfemo!).
Dagli anni ’90 in poi si plasma l’Ambient in una forma cristallina e neoclassica (la bellissima anche se “out of dark” “My heart is in the highlands” degli Arvo Apart…..), elegante, ricercata, modulata in oscure e barocche sinfonie di nera bellezza (Atrium Carceri, Eros Necropsique, Desiderii Marginis, Caul, Maeror Tri, Megaptera, Profane Grace, Raison d’Etre, Morthound, Der Blaue Reiter, e il più moderno Vestigial….) o in atmosfere fantasy-medioevali (il Mortiis del primo periodo, Lugburz o i più “metallizzati” Summoning..) oppure ancora viene inacidito con effetti aspri, industriali, disumani, tandenti spesso al marasma sonoro (e questa è un pò tutta la legione “nordica” con il connubio tra Ambient e Black metal a cui possiamo anche collegare solo marginalmente gli innesti con certo folk apocalittico e marziale da “fine del mondo” ed elementi demoniaci in nomi come In Slaughter Natives, Brighter Death Now, Archon Satani, Deutsch Nepal, Puissance, MZ412, Arditi…)
Esistono poi band di confine come Teledubgnosis (onde e rintocchi dub cupi…) i Controlled Bleeding di “A nation’s nightmare” (vicinissima a Lustmord…) e Techno Animal (“Ambient” estenuante e fluttuante in onde ipnotiche..), così come l’Ambient azteca di Tzolk’in (sospesa tra fruscii di piume di Quetzalcoatl e i tamburi di Xipe Totec…) e le nenie da psycho-muezzin di Muslimgauze e Rapoon.
E dopo questa incompleta lista cerchiamo di associare dei dipinti…
– Mark Rothko “Senza titolo 1969” co le sue pennellate a calma piatta asfissiante…
-Nicolas de Stael “Cielo a Honfleur”(1952)
-Giorgio de Chirico “il Grande Metafisico”-“Mistero e malinconia di una strada” -“Piazza d’Italia”…vero Maestro di Inquietudine….
-Yves Tanguy “Se fosse”( 1939) – “Incontro di parallele” (1935) con i suoi scenari inquietanti e desolati, dove l’elemento umano non esiste (più)
(si è estinto..?o sono pasaggi pre-umani? non lo sappiamo….)
-Tino Vagliari e il Realismo Esistenziale del “Paesaggio all’Ortica” (1955)
– Matt Greene ” for the eyes of our fathers” (2005)
E se dovessimo dare parole al Dark Ambient..?
“Un moto esterno in un unico cerchio, un’eterna ripetizione, l’eterna alternanza del giorno alla notte e della notte al giorno….
una goccia di gioia in un mare di lacrime di dolore” (Nikolaj Michajlovic Karamzin)
“L’Angoscia del presente si chiama futuro, l’angoscia di oggi si chiama domani e l’angoscia delle angosce….si chiama la Morte” (Vladimir Jankèlèvitch)
“Elevo un canto di Morte, e saluto il Caos che sale dall’Abisso e il Terrore antico riemerso dal profondo dei tempi” (Albert Caraco)
“Nient’altro mi appare che l’Oscurità della Notte e il suo livido pallore tinge i campi e i prati di un sol colore e l’Oscurità che il mondo intero avvolge…” (Honorat de Bueil de Racan)
“Crollarono templi e torri senza lasciare una scena: un caos di rovine! Chi discernerà il vuoto, che i ruderi indistinti illuminerà di un raggio lunare e dirà: qui c’era o c’è questo. Dove tutto è profonda tenebra?” (Lord Byron)
“Poichè non esiste soluzione ad alcun problema, nè via d’uscita ad alcuna situazione, non ci rimane che girare a vuoto.
Nutriti di sofferenza, i pensieri prendono la forma di aporie, questo chiaroscuro della mente, la somma degli insolubili, proietta una tremula ombra sulle cose.
La serietà incurabile del Crepuscolo…Odiare tutto e se stessi in uno scatenarsi di rabbia cannibalesca, polvere invaghita di fantasmi: questo è l’uomo.” (Emil Cioran)
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A cura di Bathory Legion
Suonando anche questo genere, mi sento particolarmente chiamata in causa nell’articolo… con un notevole conflitto d’interessi peraltro
Il DA di matrice anni ’90 più classico è stato già abbondantemente nominato nell’articolo, forse all’oggi costituisce la parte più conosciuta di questo genere, ma forse anche superata per certi versi.
Per quanto riguarda il termine DA, questo comprende una varietà di generi e derivazioni, caratteristica che l’ha fatto sopravvivere per più di 20 anni, con incredibili evoluzioni stilistiche.
Perciò credo che la forza del DA risieda nella sperimentazione e nel fatto di portare avanti una totale Avanguardia musicale, concettuale e visiva rispetto a molti generi musicali.
Quando composto in certo modo (e per “certo modo” intendo da musicisti e non improvvisatori ridicoli), è un genere fastidioso, poco conosciuto e scomodo, perché in continua evoluzione, approfondisce tematiche che le persone comuni (anche quelle pseudo-alternative) rifuggono per pigrizia e paura, e mette in discussione gli approcci compositivi ascoltati comunemente nella musica, anche estrema.
Molto spesso nel DA il concetto di “gruppo” musicale è completamente sradicato, il progetto viene portato avanti in maniera ottima da una singola persona, massimo due, che si occupa/no anche della parte visuale.
Perché chi porta avanti questi progetti sceglie una via di misantropia musicale molto interessante e coerente, dove esprimere al massimo se stessi senza condizionamenti di alcun tipo, che necessariamente invece in un “gruppo” si verificano. Per questo motivo invece le collaborazioni, di tanto in tanto, sono molto apprezzate e fanno parte integrante del processo evolutivo del progetto stesso.
Peraltro con il termine “progetto” non si intende sminuire minimamente il valore e la qualità rispetto al termine “gruppo”. E’ semplicemente un fattore di numero di componenti.
E’ molto interessante la mescolanza di generi che i musicisti includono nei loro progetti DA, spesso si spazia dal Black Industrial, Noise, Black Drone, Ritual (caratterizzato appunto dall’uso di strumenti rituali e tematiche Esoteriche), Neo Folk, Neo Classica.
Una cosa c’è da dire, molto spesso in Italia quando si nomina il DA, si vedono persone sbuffare e alzare gli occhi al cielo… questo si verifica purtroppo per almeno due motivi: il primo è di responsabilità degli “ascoltatori”, ed è rappresentato dalla facilità con la quale le persone non si sforzano d i ampliare le proprie conoscenze musicali, macerando nell’ignoranza più totale. Il secondo invece è responsabilità degli innumerevoli progetti veramente scadenti in circolazione. Scadenti perché non è possibile tirare del Drone per 15 minuti al computer pensando di stare facendo qualcosa di interessante. Perciò spesso si associa il DA di ultima fattura a degli scricchiolii di sottofondo (e solo quelli) della durata di minuti 15.
Ok, spesso è così. Purtroppo è vero. Ma vi garantisco che il VERO DA è un’esperienza al Nero, all’interno si se stessi, al di fuori degli spazi ritenuti controllabili, nei meandri subliminali delle Avanguardie musicali.
Portato avanti con una capacità musicale enorme, passione e cura dei dettagli a livello quasi maniacale da parte di chi lo suona e lo vive al 100% con totale disinteresse di qualunque commerciabilità.
IL DA è per pochi.
I gruppi strettamente legati alla scena DA più classica anni ’90 sono stati nominati (e superati?)… perciò qui per voi un breve elenco di progetti e gruppi correlati al DA e molto altro, ma non puramente di questo genere, qualità immensa per l’evoluzione di un genere che parte prima di tutto da un modo di percepire.
Pochi nomi, e molti fatti:
NORDVARGR (Swe) – Black Industrial, Drone, Ambient
MZ412 (Swe) – Black Industrial
PREMATURE EJACULATION (Us) – Industrial, Experimental
BLOOD AXIS (Us) – Neofolk, Experimental
MARIAE NASCENTI (It) – (1st Era) Dark Ambient, Industrial. (2nd Era) Introspective, Ambient.
VERDIANA RAW (It) – Ethereal Ambient
VLADIMÍR HIRSCH (Cz) – Modern Classical, Dark Ambient, Avantgarde
NEKRONOIZ (Fr) – Ritual Dark Ambient, Industrial
NOX 210 (Co) (fondatore del progetto Emme Ya) – Ritual Industrial
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Una band che secondo me ne delinea efficacemente le caratteristiche sono i Coph Nia, specialmente attraverso il loro album That which remains. Ci si trova di fronte a un dark ambient oscuro ed evocativo, reso con uno stile sinistro e minimale che a tratti sembra davvero farci sentire i protagonisti nel bel mezzo di un’inquietante film horror. Le tematiche vanno dall’esistenzialismo all’esoterismo e il ritmo, a volte più cadenzato e accennato, altre più marcato, riesce sempre a rendere le varie song originali e mai simili tra loro. Interessanti anche i pezzi salmodiati e recitati in latino, contrapposti da cori femminili, che rendono l’atmosfera ancor più tenebrosa. Degna di nota secondo me la traccia Doppelganger, un lungo e tormentato sottofondo di afflizione e paura, al quale fanno da contorno urla soffocate e versi inquietanti che rendono bene l’idea di come definire questo horror ambient.”
Il Dark Ambient , nascita ed evoluzione