Con “Terra Regina” (1993) i Mephisto Walz fanno danzare Mefisto sulle note dei Cocteau Twins: già dall’intro “Prologue”, ambient liquida e onirica, si intuisce che la drammaticità spesso ruvida degli esordi è evaporata su feedback lacustri e rindondanti, forse non a caso, visto che nei primi 90’s i sognatori Shoegazers tingevano la malinconia sonora su suoni ed echi ariosi e fluttuanti.
“Aegis” possiede ancora una batteria fortemente Death Rock ma la voce di Christianna è eterea e si libra in aria come farfalle, perduta in riverberi e rifrazioni cristallini.
“Umbrea” fonde DarkWave -con tanto di “stridori da civette” e basso pulsante- con un ritornello divagato in eco Shoegaze così come in “The starveling” con un intro tutto basato su una chitarra molle e lattuginosa mentre qualche sprazzo di ruvidezza è dato dalla chitarra e vocals “decise” in “To the shadows”.
La gocciolante -sembra di percepire il vapore su vetri freddi – “A gathering of elementals” è totalmente strumentale con le sillabe che Christianna canta che si perdono come bruna all’orizzonte, è quasi un pezzo new age da tanto i suoni sono dilatati all’infinito ed “ectoplasmatici”.
“Protecteur” è il mio pezzo prediletto: riaffiora la drammaticità degli esordi in un pezzo ammantato nelle vesti umbratili Darkwave. Vanta un ottimo ritornello, per una song che a mio parere è uno dei pezzi più belli della Danza di Mefisto.
“It is the skin of the night” è un intermezzo recitato ma non molto azzeccato.
“In the room that love exists” la band “sporca” le vocals Shoegaze con basso continuo e chitarra simil Death Rock, specie alla fine.
La tribaleggiante “Am sonntag” fa quasi venire in mente una Siouxsie addolcita, cullata da ninnananne composte negli abissi marini. Abbastanza notevole il confronto tra chitarra acustica alternata a riff liquidi.
Chiudono il cd una rivisitazione di “Skin of night” un po’ fine a se stessa e di “Aegis remains”.
Il libretto del cd contiene curiosamente riproduzioni di totem aztechi.
Qui dentro ci trovate tanta malinconia in cui è “dolce annegarci” ma l’impeto Death Rock delle origini si è sublimato in narcosi Shoegaze…se già amate “Thalia” vi piacerà sicuramente anche “Terra Regina”.