Inserire nel lettore questo Sons of a tape è un po’ come pagare con una moneta il vecchio Caronte per oltrepassare l’oscuro Stige. Qui di sicuro non ci troviamo nell’atrio infernale descritto maestosamente dal saggio Dante , frugando freneticamente le tasche in cerca di un soldo per aver in salvo la propria anima bensì , ci troviamo di fronte a sensazioni forti che conducono dritti ed inesorabili nell’esoterico passato appartenuto alle dannate voragini aperte dai Christian Death e scavate fino all’oblio dai Bauhaus e dai Vodoo Church.
Fare rimandi risulta davvero riduttivo in quanto questi quattro ragazzacci dimostrano di saperci davvero fare , grazie ad un sound compatto che sicuramente non si rispecchierà nella raffinatezza assoluta ma che trasuda oblio da ogni parte inchiodando l’atmosfera che si respira in una etera claustrofobia.
Il sound dei Floorshow converge verso un deathrock puro anche se bisogna evidenziare che il loro bagaglio musicale spazia su tutto il fronte della dark wave ottantina con innesti contemporanei vicini a quelli dell’horror rock americano, soprattutto nella virulenza e nella carica violenta delle chitarre, e sul fronte della new wave componente più tenue e dolente che ne accentua il malessere interiore.
Scendendo le scale che conducono nel loro inferno musicale si possono incontrare i “propri mostri” ( meet the monsters ) schizoide cavalcata paranoica oppure si può perdere la bussola nella più melodica Total Recall. No contact si tinge di nero e scava freneticamente nelle lapidi del passato raggiungendo le nere viscere delle sonorità dannate appartenute ai Christian Death. Sometimes i Forget è densa di malessere al limite del liturgico mentre Fortress , canzone per la quale è stato girato anche un video , sposta il baricentro squarciando il nero guscio dell’anima dei nostri nutrendosi di sincero intimismo dovuto anche alla composizione del disco avvenuto in totale sincerità e purezza.
La musica dei Floorshow sorprende ed incide come un perfetto equilibrista in bilico tra passato e presente che affronta spavaldo e senza alcun timore l’incertezza del futuro del genere musicale. I nostri sicuramente sorprendono nella capacità di creare dei veri bignami dark-wave nei quali è palese la capacità di rinverdire fasti e deliri appartenuti ai mostri sacri del passato e proprio grazie alle loro sonorità saranno sicuramente in grado di far uscire qualche sincera lacrima dagli anziani amanti dal genere e chissà , io lo spero , di far innamorare qualche ragazzino facendogli visitare magari la soffitta di qualche amico più grande.
Per concludere Sons of a Tape è un concentrato sinergico di canzoni coinvolgenti , pure e sentite mai scontate e mai noiose. Un calderone sicuramente perfetto da esportare al più vicino dancefloor per sorprendere le anime dei perduti ballerini intenti a danzare nelle algide sonorità di un post punk ed un death rock rimasto forse troppo scollato dalla realtà , darebbe sicuramente un senso di continuità importante ed una succosa speranza ai vampiri amanti delle sonorità a tinte oscure.
Angel
Darkwave
2011
Floorshow