Il trio portoghese di recente formazione She Pleasures Herself debutta con un album che sicuramente farà la felicità dei sostenitori “duri e puri” delle sonorità oscure molto in voga negli anni 80. Fetish, questo il nome del full length, propone una cinquantina di minuti di darkwave “classica”, di scuola prettamente Clan of Xymox e Kas Product.
E’ inopportuno tuttavia pensare a dei torbidi cloni di tali sonorità, perchè i Lusitani non lesinano alcune soluzioni che portano una certa aria di freschezza ad un sound abusato da miriadi di band in tutto il mondo.I synth e le tastiere svolgono un buon 80% del lavoro strumentale, dando origine ad atmosfere marziali ed ossessive. Ed è proprio in questo che la band riesce a distaccarsi dai colleghi più illustri: quella sensazione di “claustrofobia” incombente di cui ogni loro traccia è infarcita.
Non solo mera oscurità fine a se stessa, quindi. Nonostante ciò, il ritmo “ballabile” di ogni composizione ne decreterà sicuramente il successo presso i dj set di genere, data l’attitudine squisitamente “dancefloor” dei nostri.
Inutile stilare un track by track di Fetish, in quanto l’intero disco merita la giusta attenzione da parte di ogni ascoltatore, che non farà fatica ad apprezzare le 11 canzoni tutte ad un fiato come se fossero collegate nell’insieme, alla stregua di un concept album. Vorrei comunque segnalare la riuscitissima cover di “I Can´t Live In A Livingroom” della band di culto Red Zebra.
Un buon inizio, quindi, per i SPH, che sicuramente faranno ancora parlare di sè.
She Pleasures Herself – Fetish
8/10
Total Score