Come ci raccontava Greg dei The Naked and The Dead, negli ultimi anni “la volontà di ripescare dall’oblio” band Post Punk e Death Rock, da parte delle nuove leve, ha portato non solo alla riesumazione di queste band ultra-underground su YouTube o sulle Webzine, ma anche alla ripubblicazione dei loro primi (e unici) demo (spesso, di appena una o due song…). In questa compilation troviamo oltre ai The Naked and The Dead (The Naked and the Dead, cassetta demo, 1985), gli Scarecrow (Scarecrow, cassetta demo, 1984, autoprodotta), gli Of A Mesh (quelli più famosi tra tutti…) (Of a Mesh, EP, 1986), i The Children’s Zoo (1986), i The Ochrana (1987), e i Concrete Witchdoctors (1986).
Iniziamo dagli Scarecrow di Blood in My Dreams, influenzati dai Siouxsie (per le vocals “stregonesche”) e da un basso e batteria cupi e striscianti (Mother’s Crawling, davvero sublime). In Concrete is my Pillow, la singer si lascia andare a tonalità più primordiali e decise, specialmente nel lamento finale; begli gli effetti “inscheletriti” dei riff. Si passa poi agli Of A Mesh di C.I.T (notevole l’intro spettrale, rorido di sospiri), Burning Bride (con un incipit davvero sepolcrale e angosciante: è la migliore track a nome Of A Mesh) e Candy (is an axe now), più diretta e scattante. Rispetto ai più lineari Scarecrow, gli Of A Mesh prediligono ritmi asincroni e sbilenchi, anche se parecchio “tirati per le lunghe”. Le vocals sono lamentose e “strascicate”. Un possibile paragone sarebbe con i Cure di Pornography, ulteriormente rallentati e appesantiti, o anche con i successivi Corpus Delicti di Twilight. I The Naked and The Dead presentano Taboo, The Gate e Godfather Grimorie. L’influenza principale è da ricercarsi in Siouxsie (la singer ha spesso una tonalità acidula, anche se si diletta spesso in un cantato “stregonesco”). Taboo è senz’altro la track migliore, immediata e riconoscibile, dal vago giro orientaleggiante e liquido. The Gate, “cigolante” e acida, ondaleggiante, dal ritmo quasi voodoo e primitivo.è sicuramente il pezzo più ruvido dei Nostri, quasi modellata sulla vaga impressione dei Bone Orchard. Godfather Grimorie ha un incipit cigolante e fischiante, quasi sperimentale, che poi lascia il posto alla più classica delle ascendenze di scuola Bauhaus; qui le vocals sono parecchie ovattate e offuscate, anche per la non ottimale qualità di registrazione. L’effetto finale suona abbastanza “marasma informe”, anche se non manca un buono spunto a livello di songwriting (per la batteria e il basso, soprattutto).
Abbiamo poi i misteriosi The Children’s Zoo, The Ochrana e Concrete Witchdoctors, probabilmente con le uniche track da loro registrate, rispettivamente: Back of the Boat (molto primi Sisters of Mercy, anche se il singer qualche volta “stecca” nei toni più alti), Turnabout (vicina per intenti ai Christian Death, malgrado i The Ochrana siano piuttosto più “alleggeriti”) e Public Flesh (la track più abrasiva e rancida, più tipica di un Garage/Post Punk che non del Death Rock puro; un possibile paragone oltre ai The Damned, direi sia fattibile con i Circle Jerks).
Che dire… queste band stanno raccogliendo più attenzione ora, nel 2013, che non negli anni ’80…un ascolto interessante, per valutare, alla luce di ieri, ciò che ascoltiamo oggi.
L’album è disponibile su vinile o in formato digitale.
Lunaria
Deathrock
2013
Various Artists