Rispetto alle atmosfere spaziali-siderali sognanti di The Man-Machine, in Trans-Europe Express prevalgono i toni metallici e tecnologici freddi e distaccati, cromati, (Metal on metal o la Title tack sono esplicative al riguardo) o “computerizzati” come in The Hall of Mirrors , il pezzo più cupo dell’album, che anticipa di molto il malessere esistenziale Darkwaveiano, soprattutto per le vocals recitate e dimesse, così come Showroom Dummies è un pezzo quasi precursore dei Clan of Xymox, per l’atmosfera gelida e algida, un pò da cattedrale del futuro, per via dei “cori” dati dagli effetti sonori…..
Le trame sonore sono minimali e protratte fino alla prolissità (Europe Express ) e il tutto accentua un senso di sfiancante ripetizione mentale, rindondante ( funzionali a questo scopo le vocals “computerizzate” di Metal on metal) ma non rigida o standardizzata, perchè idealmente i Nostri ripropongono onde sinusoidali fluttuanti, enfatizzate da voci androidi (Endless Endless) il tutto mixato in una continuità fluida e costante, regolare, senza scossoni o “rotture”, tanto che sembra di trovarsi di fronte a un’unica, lunga track.
Molto più freddo, synthetico e distaccato The Man Machine, che lasciava trapelare un’anima soffice, sofisticata anche se celata dal tessuto di circuiti e microchip futuribili che caratterizzava quell’album. Trans-Europe Express resta un cd meritevole d’ascolto, perchè “con l’orecchio di adesso” si possono scorgere già tutti gli elementi prodromici che sarebbero stati poi sviluppati nel decennio successivo, sia in ambito Wave che Industrial, “nati” recependo, modulando, disgregando gli stimoli/influssi della sperimentazione Kraftwerkiana. E’ una cosa che salta subito all’orecchio, del resto.
Da ascoltare, subito dopo The Man-Machine, soprattutto se si è curiosi di vedere “dove tutto fu generato”.
Lunaria
Kraftwerk – Trans Europe Express
Lunaria