Buona la prima per gli Chew Lips gruppetto londinese dai suoni sospesi tra visionari di sapore retrò e clichè sonori dal gusto marcatamente più attuale. A dire il vero l’esordio della band si deve ad un mcd , antecedente di pochi mesi a questo Unicorn , contenente la ballatissima ed ottantiana Salt Air traccia che in brevissimo tempo ha raggiunto quasi tutti gli angoli europei riuscendo a smuovere, in modo molto percepibile, l’interesse e la curiosità generale verso il sound della band.
La miscela musicale è semplice e cangiante e si poggia quasi completamente nelle suadenti interpretazioni vocali della front-woman Tigs supportata egregiamente da lucenti tappeti di tastiere e languide chitarre. Le rifiniture vocali della cantante riescono a sorprendere ed a sterzare lo scorrere liquido dei suoni attraverso parabole armoniche dal sapore retro-futurista. E cosଠattraverso le sue pulsazioni vocali ecco far capolino ,direttamente dai plumbei orizzonti temporali , incredibili analogie con Blondie , soprattutto nei frammenti sognanti , e con Siouxsie , soprattutto nei momenti più cupi del disco.
Nascono cosଠcanzoni incrementali di ballate zuccherine come l’opener track Eight e Too Much nelle quali Tigs alterna lievi registri di timbriche in bilico tra il sentimentale ed il profondo e nascono canzoni più pop ove la versatilità della vocalist lascia il palcoscenico alla vaporose e limpide tastiere di puro ottantiano trade mark.
Il suono accresce la sua densità in Play Together , Slick e Karen , forse una delle tracce più carine dell’intero lavoro. Il baratro tra presente e passato si tramuta in un’ampollosa voragine dove palesano molteplici aderenze stilistiche. Basta considerare l’ampio respiro sognante e robotico di Slick o le ripetute aperture armoniche di Karen disegnata da sfumature di tastiere e battiti semplici e mai scontati.
Toro Seven e Two Hands sono tracce dall’azzeccato campionamento sonoro spesso in grado di scolorare i riflessi dell’ombroso presente in cui viviamo e colorare di sano razionale il passato che risiede nelle nostre cicatrici mentali.
Un cd che non fa certamente urlare al miracolo ma che si dimostra molto semplice nella sua complessità . Non essendo particolarmente amante delle voci femminili devo dare lo stesso atto alla grandissima versatilità della front-wonam Tigs capace di trascinare il disco grazie a sentimentalismi sentiti ed entusiasti che fanno di questo Unicorn un disco fresco e godibile
Chew Lips – Unicorn