I Dandelion Wine sono un gruppo originario di Melbourne , Australia. La loro musica è sempre stata a stretto contatto con il passato più remoto , riuscendo , grazie all’uso di strumentazioni Medioevali , a graffiare il tempo ed a riportare alla luce usanze ed immagini sepolte dalle polveri temporali.
Il duo , formato da Naomi Henderson (voce, flauto, flauto, percussioni, synth, chitarra e sansula) e da Nicholas Albanis (chitarra, dulcimer degli Appalachi, dulcimer, liuto, salterio ad arco, cetra campana, mandolino, basso, percussioni, voce e synth ) ha girato il mondo riuscendo ad ottenere un buon numero di proseliti grazie ai loro canoni musicali che risultano essere in perfetta armonia con la loro natura eclettico-storica .
I maggiori successi dei Dandelion Wine si registrano negli orientali orizzonti del Giappone ma soprattutto in Europa grazie alle numerosissime partecipazioni nei più disparati festival , tra cui spicca quello del Wave Gotik Treffen nell’edizione del 2007. Curiosi , affascinanti ed assolutamente originali risultano le loro performance eseguite presso gli ospedali psichiatrici di Melbourne e di Amburgo che hanno donato al duo una notevole visibilità da parte dei Media ed ottimi giudizi da parte dei critici musicali.
Per vivere questo All Becompassed by Stars bisogna evidenziare come l’immaginazione non sia un requisito primario . E’ sufficiente lasciarsi guidare dagli emozionanti e sensuali riferimenti del disco , dalle nitide architetture musicali e dal calore ribollente degli strumenti medioevali che risultano essere senza ombra di dubbio i co-protagonisti dell’intero cd.
Le nove tracce presenti nel platter si muovono attraverso un sinuoso corteggiamento reciproco risultando essere spesso mutevoli ed in costante rinnovamento ed approfondimento. La storia diviene immagine , dove per immagini si intende un microcosmo rilegato al passato , popolato da antiche figure , usanze e leggende che si incontrano attraverso sorprendenti impalcature melodiche.
Il suono comunque non fa riferimento esclusivamente al passato ma la vera innovazione della musica dei Dandelion Wine sta nella bravura nel coniugare diverse espressioni musicali di pura matrice elettronica. Il risultato è una buonissima coniugazione di frammenti musicali differenti che spaziano attraverso selezionati anacronismi , dicotomie distinte e una gradevole e ben strutturata attenzione acustica.
Si passa così dai martellanti ritmi di Gravity alle delicate movenze dell’acustica Early Warning Sign fino a giungere all’ambientale Seven Times As Brigh. Non c’è da temere un’eccessiva indulgenza in stilemi tradizionali ma c’è da sottolineare l’importante lavoro che svolge la strumentazione folkloristica farcita da imponenti dulcimers, cetra e di flauti campanello che si sposano perfettamente con sapienti usi di synth e di chitarre più crude.
Notevole sicuramente è l’affiatamento del duo di Melbourne in grado da non far spiccare uno strumento rispetto ad un altro mantenendo in questo modo sempre alta la concentrazione. L’intreccio musicale risulta ampio ma quasi mai complesso anche laddove il contesto ed il tema principale pare essere affidato ad un particolare strumento come la cetra campana (uno strumento tardo-medievale a 12 corde simile al mandolino ) e la e sansula (una variante tedesca della kalimba africana o pianoforte).
L’innovazione vera di questo disco è sicuramente l’ambientazione. Tutti i precedenti lavori del duo sono stati registrati nella loro città natale di Melbourne mentre per All be compassed by stars come teatro delle loro austere emozioni è stata scelta la versione invernale della decadente Berlino. La contrapposizione con le due atmosfere ha inciso di molto nell’aspetto atmosferico del disco . I precedenti lavori infatti sono stati eseguiti per lo più nel periodo estivo della torrida Australia mentre l’ultima release è stata partorita allestendo una atelier a Kreuzberg nella zona ovest di di Berlino registrando l’album in un’atmosfera prettamente invernale con tanto di neve e ghiaccio che possono essere vissuti nelle gelide ed eteree atmosfere di Shards e Nowhere.
Per concludere All be compassed by stars è un disco languido e sensuale , sfuggente quanto basta per sollecitare la curiosità dell’ascoltatore anche più esigente . La loro musica infatti riesce a graffiare le corde interiori che risaltano il fascino attraverso giochi in costante bilico tra innocenza ed ombra.
Angel
Medieval
2010
Dandelion Wine