Continua il viaggio temporale attraverso i tappeti magnifici del tempo. Questa volta la clessidra ci porta direttamente nelle atmosfere medioevali popolate da menestrelli , cavalieri e creature mitologiche. Il mondo descritto dai The Soil Bleeds Black è ancestrale , denso , desto e sognante . La loro musica si lega alla perfezione con gli usi ed i costumi di un tempo arcano e nebbioso dove il mistero diventa leggenda e dove la passione e l’amore assumono valori angelici. La musica, che popola questi dipinti sonori , ha un impatto assolutamente suggestivo e sognante. “So Saith The Song Of Sigurd “, la prima traccia del disco , apre le danze (nel vero senso della parola.) L’opener track è un convivio di voce e di flauti abilmente cadenzati da tamburi e campanellini .
La seconda traccia “Pastime With Good Company†non si discosta molto dalla precedente mantenendo costante l’aspetto folcloristico del disco. La sua essenza è una sorta di mantra della terra dove le vocalizzazioni vengono magistralmente riverberate con medioevali rumori di fondo. “ Canto Alla Vita “, a differenza delle precedenti tracce , appare molto più strumentale . I flauti prendono il sopravvento accantonando , solo per un momento , le voci a “ cappella “ immergendosi in un contesto dai caratteri esoterici dove streghe e folletti , affaccendati ad eseguire i loro loschi piani , si concedono ad esorcizzanti danze melodiche e visionarie. Con “A Hymn For Thy Lady, Fair And Chaste “, l’esoterico si tramuta in fiaba ed ecco nascere dalle liquide stanze delle foglie di un sottobosco brumoso fate ed elfiche creature che danzano soavi sedotte da strimpellate di chitarre , archi e campanellini. “Dum Pater Familias†riporta il disco nel contesto della storia e delle usanze di popoli incastrati nei tasselli temporali . In questa traccia il clima evocativo del disco raggiunge forse il suo apice sulle note di chitarre acustiche e tamburi sempre più “bucolici†ed esorcizzanti. In “Earthe “ la chitarra acustica sembra riprendere leggermente possesso della scena dove le voci femminili si inchinano a quelle maschili per la prima volta presenti nel cd. Il passato sembra rivivere tra le mura di un castello ripopolato e rivestito da arazzi .
L’esulo flauto narra storie antiche e sepolte ma riportate alla luce con estrema facilità . Giochi chiaroscurali si rincorrono attraverso riti pagani e cristiani in un mosaico sonoro davvero ricco di pathos . Il disco continua sulla stessa carica emotiva ed attraversa paesaggi lucenti ed atmosfere autunnali . Il tetro ed il magico sembrano poter convivere egregiamente ed attraverso la musica dei The Soil Bleeds Black sembrano non riuscire a trovare segnali di attacco. I suoni dilatati e semplici non risultano quasi mai essere stucchevoli grazie anche alla breve durata delle tracce che donano un sapore di etereo e quasi onirico ad ogni frammento sonoro del disco. Con questo disco il gruppo riesce ad evocare spiriti e fantasmi , streghe e fate ma anche usanze e riverberi esistiti davvero e riportati alla luce con assoluta e magnifica semplicità .
Angel
Medieval
2009
Soil Bleeds Black (The)