Dopo “Pornography”, un cd di una voce nell’abisso, i Cure ci regalano “Disintegration” (1989).
Il titolo, così d’impatto, potrebbe suggerire atmosfere cupe, livide e masochistiche, e invece no, perché come già annunciato dalla copertina, qui prevale il sogno e una calma onirica.
Già l’opener “Plainsong”, dolce e soffusa, ha un sapore molto fantasy, quasi new age. “Pictures of you” si distingue per il basso e la batteria, sempre ritmati, sorretti da note isolate di chitarre; si respira un’aria malinconica, ma non lugubre : “I’ve been looking so long at these pictures of you that i almost believe that they’re real..remembering you fallen into my arms, crying for the death of your heart, you were stone white so delicate”
Rispetto a “Kiss me kiss me kiss me”(1987) dove a pezzi cupi come “Snakepit” o “Like cock a toos” si alternavano pezzi “happypop” come “Why can’t I be you?” o “hot hot hot!!!” in “Disintegration” c’è omogeneità e tuti i pezzi si ricollegano idealmente al precedente o al successivo.
Non è difficile credere che legioni di gruppi shoegaze faranno loro questo cd: prevale un’aurea liquida, come in “Closedown” dove sembra di sentire la pioggia che tamburella sui vetri… è un disco autunnale, umido, ma non gelido e mortifero…si intravede quasi l’arrivo della primavera.
“I only I could fill my heart with love”..che anticipa la meravigliosa “Love song”, perfetta…
“Whenever I’m along with you, you make me feel like I am free again, whenever I’m alone with you you make me feel like I am clean again”
“Last dance” sembra una “The kiss parte 2”, liquida ed estenuante, che avvicina i Cure ai My Bloody Valentine di pezzi come “Lose my breath” e la deliziosamente cupa e orrorifica “Lullaby” si ricollega così come “Fascination street” a “Pornography”: basso costante, riff isolati e voce drammatica.
“Prayers for rain”, altro pezzo memore degli echi di “Pornography”, con l’incipit lento e sulfureo e quel senso di atrofia che si respira costantemente…
“I suffocate, I breathe in dirt..all spent on killing time again alla waiting for the rain…” Al di là dell’inconfondibile voce, è un pezzo molto Sisters of Mercy-style.
L’acqua e la pioggia ritornano anche in “The same deep water as you”, dove aleggia ancora lo spettro di “Pornography” che rinnegato o no da chi lo creò, resta e rimane il capolavoro per eccellenza dei Cure.
“The strangest twist upon your lips and disappear, the ripples clear and laughing break against your feel and laughing break the mirror sweet so we shall be together….before my fading eyes and in my eyes your smile the very last thing before I go…I will kiss you”
La lunga “Disintegration”, l’acustica e malinconica “Homesick” e “Untitled” chiudono un cd emotivamente perfetto.