Nei passati e sbiaditi anni uno degli aspetti fondamentali della “darkwave†era sicuramente l’originalità del sound e delle emozioni espresse sempre colme di malinconia e sempre sull’orlo del disfacimento totale. Erano sicuramente altri tempi in cui la percezione della realtà era totalmente diversa da quella attuale e dove la musica sembrava essere un’onirica ninfa tramutata in linfa da quello stesso verve glaciale e suggestivo. Le suggestioni , il voler uscire dagli schemi e differenziarsi ad ogni costo da una riluttante società spingeva l’ascoltatore ad attuare una peculiare e soggettiva ricerca della musica che si legava a fuoco con le viscere dell’anima come un demone assetato di emozioni nascoste.
La versione futurista di questa musica , ovvero quella che stiamo attualmente vivendo , appare deviata e spesso troppo lontana dalla sua stessa tradizione. Persino le vere emozioni , cuori pulsanti della musica “gothâ€, vengono a cadere inghiottite da fauci superficiali e sintetiche della società attuale sempre e solamente pronta ad accogliere tra le sue grasse braccia le galline dalle uova d’oro. E così nelle nebbie concentriche nelle quali attualmente si muovono orde numerosissime di gruppi in cerca di luce ecco che spuntano i “Defekt 86” , condotti per mano dall’instancabile “Afmusicâ€.
Il disco dal titolo “Ultramarin†è un viaggio siderale attraverso gli oscuri e melmosi cunicoli della musica goth. Il loro mix alchemico scorre liquido attraverso quasi tutte le venature appartenenti alla “Darkwave†senza tralasciare neanche quelle elettroniche e sintetiche. Capita frequentemente di trovare in questo cimitero colmo di lapidi ed emozioni sonore continui ed estenuanti rifacimenti ai “Joy Division†, come nella opener track “ Idols for the weak†, ai “Cure†, soprattutto nella seconda traccia “ Die Helden Meiner Zeit “ , ed ai vecchi “Einsturzende Neubauten†, nella conclusiva industriale “Nur ein Schrittâ€. Un calderone colmo di numerosissimi frammenti musicali espressi sostanzialmente da buoni riff di chitarre inizialmente pesanti e glaciali per poi divenire più sintetici e taglienti ed assolutamente sperimentali.
La trasfigurazione del passato musicale in versione futurista sembra sostanzialmente funzionare grazie soprattutto alle combinazioni basso-chitarra ed alla forma-canzone che viene spesso lacerata da fatali distorsioni e da frammenti più melodici e sferici. Notevole la combinazione musicale in “Silence†tumulo sonoro che esprime un continuo ed etereo contrasto tra tranquillità e delirio. Proprio la canzone esprime appieno le liriche contenute in questo “mondo sommerso “ che spaziano tra religione e potere , paura e sgomento ma che risultano anche di natura intimistica soprattutto in “A hundred times†perfetta traduzione musicale di un incubo che spazia tra contesti di totale rassegnazione ed abbandono . L’eterno contrasto presente nel cd si respira nell’unica ballad presente nella release “Baikonur”, che risulta essere davvero lontana dagli schemi di questo “Ultramarin†nonostante sia colma di detriti malinconici.
Curiosa e sinceramente incomprensibile la decisione di combinare canzoni e testi in lingua inglese e in lingua tedesca che aumentano la totale incognita espressionista di questo cd. Un disco che nonostante i numerosissimi riferimenti non risulta essere molto derivativo. La versione del nefasto mondo appartenente al nebuloso passato della “darkwave†sembra assottigliarsi e sembra riuscire a respirare ,anche se a fatica, attraverso il fangoso terreno di questo “Ultramarinâ€. Un gioco chiaroscurale che può essere sicuramente apprezzato da chi vuole ascoltare qualcosa di nuovo o da chi vuole rivivere qualche frammento del passato. Consiglio l’ascolto ripetuto del cd per apprezzarne e conoscerne , in modo migliore , le molteplici facce, che risultano essere intagliate da numerose sfumature.
Angel
Post Punk
0000
Defekt 86