Si avvicina il traguardo dei 40 anni per i Death in June che, per l’occasione, ci regalano qualche bella sorpresa in esclusiva per voi lettori e amici di Darkitalia.
Ecco che abbiamo realizzato questa news speciale tutta per voi, con il nuovo video appena uscito e un’intima e toccante intervista realizzata da Ottavio Chiodo al nostro caro Douglas, che ci confessa tutti i segreti sui Crisis e (forse) sul futuro imminente dei Death in June. Curiosi? Continuate a leggere!
Prima di cominciare con le notizie, ecco cosa ci ha detto in esclusiva Douglas in occasione dell’intervista che troverete in fondo all’articolo:
D: “Il 2020 segna i 40 anni dalla fine dei Crisis, gruppo antecedente che ha sicuramente contribuito a formare i Death in June, i quali festeggeranno il 40esimo anniversario nel 2021. Per la celebrazione abbiamo in programma alcune cose, tra cui la versione rivista e aggiornata del libro “Nascosto tra le Rune” (titolo e libro finora uscito solo in italia su Tsunami Edizioni 10 anni fa circa, di cui vi consigliamo l’acquisto – ndr), e finalmente la versione inglese. Entrambe le versioni probabilmente conterranno nuove foto.
Oltre a questo, ci sono in cantiere alcune canzoni dei Death in June in differenti versioni, mixate e registrate, che verranno fisicamente prodotte con l’aiuto di Herr Lounge Corps, Miro Snejdr.
Non posso rivelare di più su questo grande progetto ma, finora, sembra fantastico.”
The Corn Years – reissue 2020
Prima del 40° anniversario del progetto cult neo-folk, l’etichetta francese – Steelwork Maschine ha già presentato la prossima uscita della serie di ristampe di Death In June: l’iconica compilation “The Corn Years” (che abbiamo per l’occasione recensito per voi) raccoglie brani dei classici “Brown Book” e “The World That Summer“. Oltre a remix e ri-registrazioni esclusivi presentati da Douglas P, per la ristampa.
“The Corn Years” era diventata la primissima uscita in formato CD dai Death In June nel 1989, e da allora è stata ripubblicata solo in un doppio LP, ora esaurito, su Pylon Records per il suo 25 ° anniversario.
“Per me” – afferma Douglas – “The Corn Years rappresenta 2 pietre miliari nel canone dei Death In June: per cominciare, è stata la prima uscita dei DIJ su CD. Ai tempi (“tra gli addetti ai lavori”) si vociferava che la produzione dei CD sarebbe crollata, o al tempo stesso sarebbe divantata MASSIVA. Quindi, con quel consiglio schizofrenico, volevo portare Death In June su questo formato prima che il mercato dei CD crollasse o esplodesse!
Era un rischio che sono davvero contento di aver preso e di aver realizzato all’inizio del 1989 “.
“The Corn Years” rappresenta il primo riassunto dei Death In June condotto da un solo uomo – Douglas P. – e, seguendo le parole di Ned Raggett di Pitchfork, “I nuovi ascoltatori potrebbero essere piuttosto sorpresi dai risultati; sebbene Pearce sia chiaramente uno per gli impulsi artistici estremi, le sue canzoni sono per molti versi piuttosto orecchiabili e piacevolmente drammatiche“.
Sicuramente, per i Death In June, “The Corn Years” è molto più di una semplice compilation: è il documento di una certa fase della loro creatività.
Tra le varie uscite della band, “The Corn Years” occupa un posto speciale. E riassumendo quanto detto in precedenza, Douglas nota: “Per molti anni è stata considerata la perfetta introduzione all’opera dei Death In June“.
La ristampa di “The Corn Years” è uscita il 6 giugno, ha una copertina apribile da 7″ che include il CD originale più un 7″ con 3 canzoni extra. E’ disponibili e in tre diversi colori. Potete trovare tutti i link relativi all’acquisto del disco in fondo all’articolo.
Break the Black Ice – nuova versione e video
La seconda notizia riguarda l’uscita del video della versione mix 2019 di Break the Black Ice, che potete gustarvi qui di seguito, come antipasto della nostra intervista esclusiva!
Douglas P. e il ghiaccio nero
Veniamo alla nostra intervista esclusiva, condotta dal nostro Ottavio Chiodo; un botta e risposta che ci regala un Douglas molto intimo e malinconico, che ringraziamo vivamente per la sua disponibilità e sincerità, per noi è un onore avere ospite su queste pagine.
Ottavio: Esite in tutti questi anni qualcosa di cui ti sei pentito o qualcosa che avresti voluto fare ma che non sei riuscito a realizzare che non sei riuscito a raggiungere?
Douglas: Rimpianti musicali sento di non averne, tutto doveva essere fatto per un motivo o per un altro.
A livello personale non sentivo di averne fino a quando non ho raggiunto i 60 anni.
A 64 anni, mentre scrivo, non posso dire che sono stati gli anni più felici in parte a causa di alcune scelte sbagliate che ho fatto durante questo decennio della mia esistenza. Nel complesso ho vissuto una vita incantata, quindi magari la sto vivendo ancora ma non me ne rendo ancora conto? Viviamo in tempi cruciali in continuo mutamento… no?
O: A proposito di 2020 ed a proposito di questi mesi “difficili” che il pianeta sta attraversando riguardo questa emergenza sanitaria, qual è il tuo pensiero a riguardo? Spesso, ascoltando i tuoi dischi, che suonano come delle lucide profezie, il grido di ammonimento che hai sempre lanciato nelle tue composizioni risulta sempre più attuale.
D: Sì, ho notato come alcuni elementi dei miei testi diano la sensazione di essere una sorta di predizione del futuro. In realtà, è qualcosa da cui diffido molto ma allo stesso tempo non posso evitarlo.
Dall’11 settembre, quasi 20 anni fa, il mondo come lo conoscevamo è cambiato irrevocabilmente con più pericoli, meno privacy e più controllo.
C’è qualcuno nel mondo in grado di affermare che chiunque sia veramente felice e soddisfatto della vita nel 2020? Se sì, si tratta di un soggetto emotivamente e fisicamente castrato o probabilmente del diretto responsabile di questa situazione in cui ci troviamo. Ci sono anime cattive tra noi.
O: “The Corn Years” e “The Wall of Sacrifice” sono le ultime ristampe realizzate in questo nuovo formato. Ci dobbiamo aspettare altre ristampe a breve?
D: Non sono state ancora programmate ulteriori ristampe dei Death In June in questo formato, ma potrebbe esserci una nuova compilation sui Crisis, considerando che, come detto prima, quest’anno è il 40° anniversario della scomparsa di quel gruppo.
Non importa quello che le altre persone potrebbero provare a dirti, quel gruppo è morto tra le ceneri del Punk nel 1980 e non importa quello che alcuni cercano di fare, quel gruppo è morto. Può essere apprezzato solo nelle sue registrazioni originali del 1977-80. Tutto il resto sono notizie false! (questa risposta la dedichiamo a tutti gli pseudo organizzatori milanesi – ndr)
O: Per quanto riguarda nuove produzioni? C’è la possibilità di vedere un nuovo disco sugli scaffali?
D: Al momento sento solo rumore bianco e statico nella mia testa. Nessuna nuova musica da quando ho finito “ESSENCE!” 2 anni fa (potete leggere la nostra recensione qui – ndr) .
Mi trovo in una una situazione strana perché sono così vuoto di melodia e grazia.
Heilige!
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