Eccoci tornare al Lingotto Summer Village di Torino dopo la piacevole esperienza del live di Tying Tiffany del 24 giugno, è lunedì sera e un temporale estivo ci ha appena lasciato, forse la giornata non è delle migliori per un Live, ma siamo carichissimi all’idea di vedere dal vivo un’icona della dark music, il grandissimo Wayne Hussey, che ha militato nei “Dead or Alive” per poi passare al primo periodo dei “The Sister of Mercy”, componendo tra l’altro la maggior parte delle canzoni del loro primo disco, e fondando in seguito i “Sisterhood” che per motivi vari ed eventuali presero poi il nome di “The Mission”. Veniamo al live.. a causa della pioggia, l’inizio viene posticipato di circa quarantacinque minuti, appena entrati rimaniamo tutti sconvolti dall’ampiezza del palco, e soprattutto dalla sua profondità superiore agli otto metri.. del resto l’area potrebbe contenere tranquillamente qualche migliaio di spettatori…
Ad aprire ci sono i Ghost Effect band new wave torinese, che per l’occasione collauda la versione live con batteria e tastiera per la prima volta (alle tastiere c’è un membro di un’altra band torinese i Mallory Switch), l’impatto è buono, loro sono visibilmente emozionati, e il pubblico non esageratamente numeroso, ma comunque presentissimo e caldo li incoraggia e li supporta a suon di applausi e grida. Scaletta abbastanza veloce, mezz’ora di concerto che lascia la voglia di ascoltare la prossima esibizione, notevole la capacità di adattamento del bassista ai cambi di tempo di alcune canzoni velocizzate per lasciare spazio a Wayne, e davvero interessante la voce della cantante, che potrebbe essere paragonata a qualche B-side di Siouxie dei primi del 90′.
A fine esibizione è mezzanotte meno dieci e una voce dal mixer avvisa che il concerto dovrà finire a mezzanotte, un po’ di tumulti tra il pubblico che vengono perಠsubito sedati da un altro avviso, abbassando un poco i volumi il live si terrà ugualmente e potrà durare il tempo dovuto. Da qui in poi quello che succede lascierà tutti perplessi per 40 minuti buoni, Wayne, ha solo una chitarra e una tastiera che suona personalmente, eppure non si riesce a farli funzionare, sul palco c’è un gran viavai e la gente ricomincia a rumoreggiare.. dopo un paio di falsi inizi e quaranta minuti, finalmente il concerto tanto atteso da tutti i presenti comincia.. e comincia con un grande successo dei The Mission “Beyond the Pale”, tutti si zittiscono e rimangono fissi ad osservare questo mito che con il suo Foulard, la sua bottiglia di vino e la sua chitarra diventa per noi come il pifferaio magico, libero di portarci in qualsiasi dimensione parallela lui voglia. Il concerto continua con altri grandi successi dei Mission, si presenta ancora un piccolo problema con la tastiera, che viene risolto con il lancio di un microfono, a cui segue la ripresa in mano della chitarra e l’arrangiamento istantaneo dei pezzi, a dimostrazione della grande capacità d’adattamento di questo artista con la A maiuscola.
Wayne asseconda anche delle richieste dal pubblico, e su “Severina” riceve una quantità di applausi che per il rumore, non sembra possibile siano generati dal pubblico presente. A fine concerto si è fatta già una certa ora ma nessuno si lamenta, lo spettacolo è valso un pಠdi sonno sul posto di lavoro l’indomani mattina… Si ringraziano ovviamente gli organizzatori Ascension Magazine e Electronation, con la speranza che l’area del Lingotto summer village sia pi๠attenta alle necessità degli artisti nei prossimi eventi in programma.
Stefano Rassu.