Ottavo capitolo della band britannica che sancisce , finalmente , un ritorno al passato e soprattutto un ritorno alle morbide atmosfere elettroniche di matrice ottantina che da sempre li hanno caratterizzati .Command è un bel disco che resta sicuramente sulla scia a quanto già fatto della band caratterizzato da una minuziosa ricerca delle sonorità elettroniche tralasciando le sonorità più melodiche. Robotico dai contorni puramente ” ottanta ” il platter si avvicina molto al mondo meccanico espresso dai Kraftwerk concentrato su beat e synth elettronici di pregevole fattura e su ritmi incalzanti e “danserecci.”
Nel loro universo perverso ed affascinante le eclettiche artiste dimostrano di aver ritrovato quella brillantezza che sembrava essere divenuta ossidata negli ultimi lavori tornando , quindi , a quella semplicità paradossalmente complicata di suoni e confezioni musicali a tratti miracolosi. I Client si muovono attraverso suoni malinconici ed attraverso un gioco citazionista che riporta alla mente mostri sacri del passato quali i New Order ed i Depeche Mode ma senza esagerare e senza , soprattutto , rischiare di cadere nella trappola del plagio. Le tracce di questo command sono pillole da ingoiare prima che il futuro bussi alla porta capaci di trasportare l’ascoltatore in atmosfere electro-old nostalgiche e sbiadite dal flusso musicale di un presente privo di enfasi.
La band è attaccata inesorabilmente alle vellutate gonne di una musica passata ma bisogna dire che ha anche la capacità di modernizzare la sua musica grazie ad un ottimo mixaggio ed ad un buon songwriting. Proprio questi due frammenti caratterizzano questo command frutto del sudore di un lavoro ricercato e minuzioso di quelle sonorità e di quelle emozioni elettroniche capaci di sfuggire ai graffi avvelenati del tempo. Il disco si apre con ” Patrol ” caratterizzata da sound minimal-pop invadenti ed avvelenati che ti spingono in un vortice dannatamente persuasivo e di facile assimilazione. “˜Don’t Run Away’ , saccheggiata dall’inserimento di un pianoforte dall’anima sommessa ed antica , dimostra tutto l’impatto canoro di Sarah che in questo disco risulta essere assolutamente incisiva e delicata. ” Make Belevie In Me ” riprende tutta l’enfasi dance e pop ottantina trasportandoci direttamente nelle offuscate stanze di quei party elettronici e narcolettici e deliziosamente speziata con dei cori che sembrano rientrare perfettamente nel contesto musicale della canzone. I cori e le sonorità ancestrali , vera novità della band inglese , sembrano funzionare a meraviglia e sembrano dare nuova linfa vitale ai Client. “I’m through with you”.e “˜Satisfaction’ sono un connubio perfetto di cori a cascata e ritmi industriali che si mescolano perfettamente come olio sugli ingranaggi meccanici dei britannici .
La macchina elettronica raggiunge le glaciali stanze di una fabbrica industriale in “In My Mind'” . La traccia è un miscuglio teatrale dai caratteri industriali e caratterizzata da una chitarra acustica che si destreggia tra le tubature industriali di un contesto onirico e musicalmente perfetto. Un disco che grazie alla sua malinconia , alla sua semplicità e soprattutto alla sua anima industriale riesce ad esprimere tutta la forza di questa band che è stata capace di scrollarsi di dosso tutte le critiche arrivate con Heartland e ,soprattutto , capace di tornare alla sua vera anima industriale. Un disco semplicemente da vivere , o meglio , semplicemente da ascoltare.
Client – Commnad
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