Torna alla luce trapassando il buio piùestremo. Torna uno degli infimi padri dell"elettro-dark sudicio , sporco, malato ed oscuro come una notte d"inverno. Torna lasciando da parte quel senso di giè sentito e del niente di nuovo che infestava il suo precedente Dream, Tiresias!
La dodicesima fatica di Peter ha connotati duri , decisi e maledetti . Una creatura che divora il presente e si fa beffa del passato rosicchiando mesi ed anni riuscendo persino a sfiorare l"osso del masterpiece Daimonion. La sostanziale differenza tra i due possiamo facilmente trovarla in un punto ben preciso ovvero quello della mancanza di un brano rappresentativo come lo è¨ stato Timekiller per Daimonion.
In realtè Continuum Ride non risente molto della mancanza di un brano principale perchè© trae la sua linfa vitale nella sua stessa anima elettronica e ad uno schiacciante ed irrefrenabile ritorno alle frequenze ed ai suoni targati anni novanta. Quando l"oscuro sipario della opener Way Of The World si apre il tappeto dei synth prende per mano l"ascoltatore trascinandolo in suoni ed atmosfere messianiche ed arcane.
Le recenti collaborazioni con Ronan Harris ( Vnv Nation ) e Der Graf ( Unheilig ) cominciano a dare i loro frutti . A risentirne ed a giovarne sono soprattutto i ritmi prettamente elettronici che sostituiscono totalmente l"uso della chitarra elettrica che in questo disco rimane solamente un pallido ricordo inghiottito facilmente dalle nere fauci di un elettro-goth aggressivo , violento , cupo come non si vedeva da anni.
La preda diventa un facile piatto succulento da dare in pasto ai dancefloor grazie soprattutto al sintetico suicidio di Stacked Visions che ripercorre le nefaste vie ebm che conducono dritte ai visionari deliri dei Sucide Commando . Frammenti nudi e crudi che si incastrano alla perfezione con i piùmorbidi e vaporosi sussurri dell"opener track vicinissima alle nordiche sinfonie dei Covenant di United State of Mind ed alla catatonica The Dividing Line macabra ballad caratterizzata da abissali vocalismi .
Gli enigmatici versi presenti nel disco risultano essere spesso contaminati da un senso di inquietudine che si riflette totalmente sulle problematiche esistenziali incidendo parecchio sulla qualitè delle liriche che in questo disco assumono un ruolo fondamentale ed assolutamente innovativo. Risultano essere interessanti anche i temi scelti da Peter per la sua nuova creatura. Ghost of the past racchiude nella sua anima strumentale i fantasmi di Nagasaki inconsapevole fulcro della follia umana. Supersonic Snakebite risulta piùariosa e se vogliamo densa di sequenze ludiche incipt della seguente 43rd Floor dove i giocattoli sembrano animarsi attraverso sequenze dinamiche e vorticose.
La quadratura del cerchio sicuramente è¨ data dalla title track Continuum Ride monumento ed emblema della filosofia Project Pitchfork.
Un disco che non puè² e non deve mancare agli amanti del genere. Da applausi il giogo emozionale in continuo bilico tra ombra e luce , passato e futuro , dolore e gioia. Un viaggio attraverso un quadro senza tela dove l"autunno si specchia nelle foglie di un luna park ormai abbandonato dove ricordi , carillon e giostre tornano a rivivere attraverso sinfonie ed atmosfere sospese nel tempo.
Project Pitchfork – Continuum Ride