I Die Weisse Rose , dopo parecchia gavetta e dopo qualche demo , giungono alla loro prima release ufficiale. Per loro si è mossa nientepocodimenoche la Cold Meat Industry , etichetta davvero attenta nel scovare artisti e lanciarli verso il grande pubblico. Come per la stragrande maggioranza dei gruppi appartenenti alla su citata label anche i DWR fanno parte del filone musicale neofolk-industrial. L’uscita di questo A Martyrium of White Roses è stato avvolto nel mistero, molto probabilmente un’arguta operazione commerciale , e l’attesa ha sicuramente aumentato la curiosità del pubblico , soprattutto quello tedesco , verso i Die Weisse Rose. Personalmente parlando non capisco questa attesa in quanto il disco di novità musicali ne presenta ben poche .
La musica scorre tetra attraverso sonorità dark ambient a tratti agghiaccianti. Inserimenti industriali e tamburi profondi arricchiscono il prodotto reso malinconico e passionale grazie anche ad attente iniezioni di archi e di violini.Nonostante gli immani sforzi fatti per addolcire la scena musicale , il platter sembra statico incastrato in una dimensione fredda che non si attacca in nessun modo all’anima dell’ascoltatore. Il cd assume caratteri militari rievocando alla mente immagini di guerra e di desolazione . Decadentismo militare e scene post nucleri sono i quadri dipinti dalla musica del gruppo tedesco.
Le immagini ,tenute ferme dai fantasmi sonori, sono descritte e condotte dall’angosciante voce del singer che si limita a recitare il suo diario di guerra. Martyrium of White Rose si apre con l’omonima traccia. Dopo alcuni secondi di attesa un desolato organo rompe il silenzio aprendo il nero cancello musicale del cd. Voci lontane si fanno più chiare condotte a forza da concentrici ed incessanti tamburi. La seconda traccia I’m nebel è un’introduzione vocale di breve durata . Il bridge spalanca le porte ,forse, verso l’unico sussulto di questo Martyrium of White Roses ovvero ” The Solitary Volcano “ .Come per le altre canzoni l’attore protagonista è la voce ed i tamburi che come oscuri martelli battono e devastano la già precaria atmosfera. La desolazione ed il decadentismo militare qui sono saldamente presenti. La voce , il delirio e l’oscurità vengono lacerati da un dolce violino che danza come ultima rosa tra le macerie . Unser leben geht dahin wie ein geschwatz e letzter wille riconducono l’anima del cd attraverso le nere prigioni musicali. Atmosfere industriali e tamburi divenuti rumori ,che potrebbero avvicinarsi a quelli di un antico treno, prendono il sopravvento gettando la musica nella pura desolazione.At the doorsteps of our temple a differenza delle altre tracce cerca di graffiare le pareti dell’oscuro pozzo per raggiungere la luce.
Il pianoforte si muove tra le ombre recitando quasi sempre le stesse note. Malinconia e dolcezza si sciolgono nelle lacrime nella traccia di chiusura “as the last of the petals are shattered”. Protagonista della danza è sempre il violino che questa volta sembra vincere le ombre e spezzare quel cielo di cemento che lo opprime. Un disco che non mostra dei veri lampi di genio. Martyrium of White Roses rimane fedelissimo ai canoni sonori espressi da molti gruppi del neofolk tedesco e sembra essere rimasto nascosto proprio sotto i loro torrioni. Riferimenti sicuramente ci sono con i Rome soprattutto con Masse Mench Material con la grande differenza che i Rome con il loro disco sono riusciti a tramutare la loro visione individualista della guerra in pura poesia.
I Die Weisse Rose si limitano semplicemente a muoversi verso mondi già visti e già pienamente vissuti. Potrei dire qui una cattiveria ovvero che la Cold Meat Industry non ha proprio digerito la dipartita dei Rome e che sia alla ricerca di qualcosa che possa prendere il loro posto. La vedo molto difficile.
Angel
Martial
2009
Die Weisse Rose