Dark Ambient dal forte impatto cinematografico (con tanto di urla femminili, come in The Soulless City, Nightmare o The Descent, o rumori di sottofondo come fruscii o cigolamenti in Insomnia) e derive classicheggianti tra il pianistico e il lirico (The Serpent Lullaby’s Part II e III). La tensione che viene a crearsi è buona (in The Serpent Lullaby’s part III, in qualche modo, riecheggia per influenza l’Ave Satani) tramite il sapiente mix tra voci liriche femminili, canti gregoriani (Forever in Fire) “voci maschili captate”, pianoforte e synth, il tutto teso a ricreare un’atmosfera inquietante, di desolazione, strisciante e malsana, spesso sulla lama del rasoio del minimal (Post-Apocalypse) o “diabolica” (The Black Goat), una sorta di atmosfera quasi da messa nera, tra organi lontani, echi di canti gregoriani infettati da fruscii e frequenze distorte (Forsaken, Pillars).
Le singole tracce hanno la caratteristica, a differenza della tradizione Ambient, di essere abbastanza corte; si aggirano mediamente sui 3-4 minuti. Ad ogni modo, questo cd è rivolto principalmente a chi ama una full immersion nel Dark Ambient, dai toni a volte pesantemente buttati sull’orrorifico, non scostandosi minimanente dal solco tracciato da Lustmord/Atrium Carceri/Desiderii Marginis. Se vi piacciono queste band, apprezzerete anche questo Voidwork, malgrado non sia niente di rivoluzionario o esorbitante.
Qui è possibile farsi un’idea:
http://www.myspace.com/voidwork/music
Lunaria
Ambient
2010
Voidwork