Titolo e copertina fanno pensare ad un sola cosa, e in effetti è la parola “incubo” a troneggiare lungo tutta la durata del secondo album targato Kristoffer Nyströms Orkester. Il nuovo “Overlook Hotel” segue di ben sei anni l’esordio “brakeHEAD” e non delude affatto le aspettative del duo nordico formato dallo svedese Peter Nystrom (Megaptera, Negru Voda) e dal norvegese Kristoffer Oustad (V:28, Plague Machinery).
Scordatevi quei dischi sempliciotti e facili facili da ascoltare, quelli in grado di dire tutto e subito già al primo ascolto perché con “Overlook Hotel” bisogna aspettare, bisogna attendere un certo processo di maturazione. Dark ambient e noise sono solo linee guida tracciate più spesse perché il disco nei suoi dieci brani riesce a mutare pelle, far perdere di vista la bussola e di conseguenza il fattore temporale (penso sia in qualche modo quello che gli artisti volessero per quest’uscita).
Basterebbe la nenia fantasma posta in apertura “The Night Corridor” ed il repentino cambio d’atmosfera della seguente “Cleaning Still Houses” per avere chiara l’idea di che posto siamo andati a visitare. Elettronica e mood a tratti minimale (un sapore grezzo a me davvero gradito, niente di troppo cervellotico diciamo), qualche tocco marziale ed altri smaccatamente industriali, c’è davvero tutto per poter ingannare il tempo nel “confortevole” darksound di questo ensemble. Brevi e lugubri racconti e droni taglienti come lame messi come contrasto (“The Tale And The Variation”), meccanica freddezza (“Industrial Pale Ale”) o minimalismo noise d’elevazione (“Becoming The Green”, mia traccia preferita, ma il forse in un disco come questo è molto variabile), il menù resta vario ma completamente coerente con se stesso sino alla fine. “Vulgalina Fever” è aspra e diretta nel suo incedere percussivo mentre “Helvetesfallet” torna ad abbinare pezzi parlati con altri puramente taglienti (notevole lo “stacco”). Il finale si concede prima un poco di tranquillità con “It’s A Test” (bello il lieve crescendo, molto intenso) prima dell’inquietudine cosmica di “Astronaut 47” che pare volerci risucchiare a se per poter azzerare ogni cosa.
“Overlook Hotel” è partita per nostalgici e per chi la notte vuole continuare a cibarsi di care e vecchie sensazioni orrorifiche.
Nothing,Never,Nowhere
Kristoffer Nyströms Orkester – Overlook Hotel