Dopo il considerevole successo ottenuto con il loro primissimo EP il quintetto di San Francisco si presenta con un intero full-lenght dal titolo “Change in the neon lightâ€. La loro storia musicale seppur breve è già densa di discreti successi ottenuti soprattutto grazie alla partecipazione al SF Noise Festival Pop ed alla presenza nelle più disparate playlist di radio locali.
Se negli U.S.A. Il nome Veil Veil Vanish cominciava frequentemente a popolare i dancefloor underground in Europa il loro sound non era ancora giunto a destinazione. Grazie comunque al genere a cui fanno riferimento e grazie alla partecipazione al tributo ai Cure dal titolo “ Perfect as Cats “ insieme ad artisti di tutto rispetto come Bat for Lashes , Jesu e The Dandy Warhols il loro nome cominciò a gironzolare anche nella MittleEuropa ed a giungere,infine,anche nella nostra convenzionale nazione.
Afferrando il platter ed inserendolo nel lettore musicale quel che giunge subito alle orecchie è la chiarissima derivazione alla band di Robert Smith. Iconico , retrò ed assolutamente malinconico il loro sound rispecchia anche troppo la musica dei Cure riprendendone in toto i connotati espressivi e musicali , come le linee di rotazione dei bassi , riverberi e suture e le vocalizzazioni.
La rimasticazione pop wave dei Veil Veil Vanish comunque non si sofferma affatto nell’aspetto derivativo , che dalle prime battute appare limitata ai canoni di una ode alla cult band inglese . Gli americani infatti non si limitano ad utilizzare alcuni rimandi , evidenziando e dimostrando appieno che la sostanza musicale presente nel disco è varia ed assolutamente di pregevole fattura.
L’attitudine se vogliamo potrebbe essere paragonata a quella dei “Franz Ferdinand†che punta forte sull’aspetto qualitativo del suond attraverso un’ottica di alt-pop mutante con iniezioni di spasmi e ritmi tipici dei dancefloor alternativi ed una buona sapienza melodica in bilico tra sofferenza e speranza mitigata da contenute strategie indie-rock.
Voci basso e chitarre risultano essere dominanti ma synth e piano riescono a trasfigurare queste melodie in una sorta di microcosmo spectoriano nel quale si muovono idee ed arrangiamenti davvero sorprendenti nonostante il contesto resti fermo su di un effetto emotivo spesso troppo plateale .
La title track possiede le chiavi d’ambra del portone di lacrime e detriti di questo platter. La traccia preme forte sulle corde di un affettività desolata dove la tristezza e la malinconia vengono riempiti da un corale substrato di speranza che si muove in una sorta di sottobosco parallelo . Arpeggi di elettronica iterata , chitarre che si perdono narcotiche nelle nebbie ottantine e vocalizzazioni che si stemperano al chiaro di fuochi notturni caratterizzano “Anthem for a doomed youth†, forse la traccia più d’impatto del disco. L’aspetto derivativo a Smith e soci qui appare davvero devastante e lascia pensare che se fosse stata scritta dai Cure ora tutti noi staremmo a discutere di questo nuovo miracolo sonoro. La terza traccia “Exile†è il risultato perfetto dell’equazione malinconia diviso speranza al quadrato . Delizione le tastiere e le iterazioni di chitarra che sembrano fuoriuscire da dagli impolverati archivi della synth pop rigorosamente targata anni ottanta. “ Secondhand Daylight “ appare come un accendino che cerca disperatamente di lacerare l’opprimente oscurità attraverso toni ariosi e crudi soprattutto nel lavoro della lead-guitar. La chiusura prende spunto da scenari creepy che fanno tremare le chitarre attraverso battiti eletronici.
Le nove stanze presenti in questo “mausoleo†sonoro si mantengono su di alti livelli senza quasi mai scendere nell’apatico e senza mai sporcarsi nel fango della noia. Il sound dei Veil Veil Vanish è capace di far sanguinare la notte e di lacerare il passato rievocando fasti e sogni appartenenti ad un passato musicale popolato da immagini e sogni. Le canzoni presenti in questo disco assumono il valore di ibridi inni che più di venti anni fa scaldavano i cuori d’inverno e che ancora oggi risultano ancora desiderosi di titillare la malinconica voglia di ottanta.
Angel
New Wave
2010
Veil Veil Vanish