“Eternal deep” flirta con il gelo e un senso di morbosità che ben scaturisce dalla chitarra acuta e fredda e il basso continuo come nell’opener, che se confrontata con quello che verrà dopo a seguito dell’entrata in scena di Christianna, quasi è in antitesi, perchè laddove le female vocals addolcivano ritmi soffici e chitarre proto Shoegaze, una song come “Trible conflicts” nella sua mastodontica pesantezza oscura e tombale ammanta i Mephisto Walz di drappi funebri e non dei leggeri echi vaporosi che orneranno “Terra regina”.
Le vocals maschili in tal senso sono esemplari: basse, salmodianti, paludose.
Se sprazzi di luce erano catturati nei prismi sonori di “Terra regina” o “Thalia” in “Eternal deep” c’è solo elegia funebre rallentata e cinica (“Porcelain gods”).
La registrazione ovattata in questo frangente non è un difetto, anzi, accentua il senso di soffocamento e “Nichilismo” -il lento incedere getta addosso un senso di atrofia-
Il cd trasuda di riff liquidi ma non vaporosi, così come in “Oh fallen angel” aleggia l’anima inquieta dei Bauhaus e la ruvidezza scheletrica della trinità ossea Virgin Prunes – Alien Sex Fiend – Sex Gang Children anche se alleggerita da una melodia -I Mephisto Walz non perdono mai di vista il “gusto” del ritornello come in “Spoken word” –
e la geniale “Painted Black” trasformata in un buco nero che fagocita la luce -la chitarra terribilmente “infuriata” alternata a stacchi liquidi è sublime-
Ecco che in “Aboriginee Requiem” i Nostri tessono una nenia funebre incarnata su riff dilatati, in un’ atmosfera quasi figlia di un primordiale Dark Ambient, da notare come spesso riaffiora un incedere che ricorda i battiti del cuore umano.
“Der Sack” paga tributo al Post punk: fischi e suoni liquidi vengono relegati in secondo piano da percussioni che si susseguono senza tregua.
La perversa “Masse” è figlia dei Birthday Party, col suo ritmo macilento e schizofrenico che viene virato sul culto dei Bauhaus nelle track successive (“Dissey”, “Forest dying”) con riff rampicanti come zampette di ragno.
Troppo caotica e primordiale “Greatslave lake” mentre “Vendetta” si apre su un giro black sabbathiano ibridato ai riff Death rock così come l’analoga “Vampyres of the day” quasi danzighiana dei primordiali Misfits.
Lunaria
Darkwave
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Mephisto Walz